Sante Messe in rito antico in Puglia

sabato 24 febbraio 2018

Quando lo stesso Talmud conferma che solo con Cristo ed il suo Sacrificio venne la Redenzione … ovvero le prove talmudiche relative al Messia

Esistono prove extrabibliche ed irrefutabili circa il valore redentivo del sacrificio di Cristo?
O sono solo le fonti bibliche a riconoscere che Cristo ha espiato con la sua Passione e Morte in Croce i peccati degli uomini???
Sì esistono. E, paradossalmente, ci derivano proprio dal popolo che fu artefice di quel delitto, cioè dal popolo giudaico.
In effetti, il loro libro principale, che certamente non è la Torah, bensì il Talmud (nel trattatello Sopherim, XV, 7, fol. 13b si legge: «La Torah è come l’acqua, la Mischnah il vino, e la Gemarah vino aromatico». La seguente è un’opinione nota e se ne trovano alte lodi negli scritti dei rabbini: «Figlio mio, ascolta le parole degli scribi piuttosto che le parole della Legge». Il motivo di ciò si trova nel trattatello Sanhedrin, X, 3, fol. 88b: «Colui che trasgredisce le parole degli scribi pecca più gravemente che chi trasgredisce le parole della legge». Nel libro Mizbeach, cap. V, infine, troviamo la seguente opinione: «Non c’è niente che sia superiore al Santo Talmud»), contiene prove esplicite che rimandano inequivocabilmente al sacrificio di Cristo.
Con la sua Morte in Croce, il Divino Redentore ha pagato una volta per tutte per il debito di Adamo e per tutti i peccati: ragion per cui tutti i sacrifici compiuti presso l’Antico Israele non hanno più ragion d’essere.
Essi, infatti, trovavano la loro motivazione in vista di ciò che avrebbe compiuto il Redentore. Essi stessi erano prefigurazione, immagine profetica e tipo di quell’unico e definitivo Sacrificio d’espiazione per i peccati.
Per cui, una volta giunta quella realtà, tutte le prefigurazioni non avevano più ragion d’essere. Dovevano cessare.
Ed il Talmud, tanto quello nella sua versione babilonese quanto in quella gerosolomitana, hanno registrato puntualmente che quei riti e sacrifici, da quarant’anni prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme, non si sono più realizzati. Cos’era successo quarant’anni prima?
Era il 30 d.C.: anno che gli studiosi accreditano come anno della Morte di Cristo.
Da queste testimonianze super partes si può desumere:
- sino al 30 d.C. la vera religione era quella giudaico-mosaica. Essa aveva i sacrifici e questi erano pienamente efficaci, conseguendo l’effetto (il perdono dei peccati e la giustificazione dinanzi a Dio);
- dalla morte di Gesù, essa non era più la vera religione;
- l’unico sacrificio attraverso cui essere giustificati era quello compiuto da Gesù sul Golgota;
- i sacrifici ed i riti dell’Antica Alleanza erano prefigurazione e tipo di quell’unico sacrificio ed ottenevano l’effetto (la giustificazione) non in quanto tali, ma, appunto, in vista e come immagine, prefigurazione di quell’unico e vero sacrificio;
- solo quel sacrificio ci rende graditi a Dio;
- dal 30 d.C. i giudei non sono stati più perdonati da Dio, cessando di essere suo popolo.
Queste sono le inevitabili conclusioni che possono trarsi dalle stesse testimonianze contenute nel Talmud.
Un altro dettaglio ci è fornito da Papa Ratzinger in un suo testo: «Vespasiano affidò l’incarico della conquista di Gerusalemme al figlio Tito. Questi, secondo Giuseppe Flavio, deve essere arrivato davanti alla città santa presumibilmente proprio nel periodo delle festività della Pasqua, il 14 del mese di Nisan, quindi nel 40° anniversario della crocifissione di Gesù» (JOSEPH RATZINGER – PAPA BENEDETTO XVI, Gesù di Nazareth, Seconda Parte: dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione, Città del Vaticano, LEV, 2011, p. 39). 
Questa circostanza rilevata da Benedetto XVI, cioè che la distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani ebbe probabilmente inizio in concomitanza con la Pasqua del 70 d.C. … ”nel 40° anniversario” della Pasqua del 30 d.C. in cui Gesù morì e risorse, suona come un'ulteriore conferma come quell'evento si ponga come discrimen nella storia, come sigillo di tutte le profezie dell'Antica Alleanza.
Ci sia permesso concludere richiamando un passo di S. Atanasio: «Segno e grande prova della venuta del Verbo è che Gerusalemme non esiste più, che non è più sorto un profeta e non si rivela più loro una visione. Ed è molto giusto che sia così. Infatti, quando venne colui che era stato annunciato, che bisogno c’era ancora di annunciatori? Essendo ormai presente la verità, che bisogno c’era ancora dell’ombra? Per questo profetarono finché giunse a Giustizia-in-sé e colui che riscattava i peccati di tutti. Per questo Gerusalemme esisteva così a lungo , affinché lì meditassero in anticipo le figure della verità. Quindi, una volta venuto il santo dei santi, giustamente fu messo il sigillo alla visione e alla profezia ed è cessato il regno di Gerusalemme. Presso di loro furono unti i re fino al momento in cui fu unto il Santo dei Santi. E Mosè profetizzava che il regno dei giudei esisterà fino a lui, dicendo: “Il capo non sarà allontanato da Giuda né il principe dai suoi lombi, finché giunga ciò che è riservato per lui; egli è l’attesa delle genti. Per questo il Salvatore stesso proclamava: “La legge e i profeti hanno profetato fino a Giovanni”. Dunque, se ora c’è tra i profeti un re o un profeta o una visione, essi hanno ragione a negare che Cristo è venuto; se invece non c’è più né re né visione, ma è stato messo il sigillo ad ogni profezia e la città e il tempio sono stati distrutti, perché sono così empi e trasgressori da non vedere ciò che è accaduto e negare che Cristo abbia fatto tutto questo?» (S. ATANASIO, L’Incarnazione del Verbo).

Prove talmudiche relative al Messia nel 30 d.C.

Il lettore che si firma “Viandante” - che ringrazio di cuore - mi ha inviato questo contributo, di notevole interesse in quanto non facilmente accessibile dalle comuni fonti cui attingiamo e, soprattutto, perché ci mostra che esistono nel Talmud e, conseguentemente, risultano esser stati fatti propri dalla comunità ebraica attuale, eventi che hanno connessioni evidenti col cristianesimo e direttamente con la Persona e l’Opera del Signore

Nei secoli successivi alla distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.), il popolo ebraico ha iniziato a scrivere due versioni del suo pensiero, della sua storia religiosa e dei suoi commentari. Una versione è stata scritta in Palestina e divenne nota come il Talmud di Gerusalemme. L’altra è stato scritta a Babilonia ed era conosciuta come il Talmud babilonese.
Leggiamo nel Talmud di Gerusalemme:
“Quaranta anni prima della distruzione del Tempio, la luce occidentale si spense, il filo cremisi rimase cremisi, e il lotto per il Signore avvenne sempre con la mano sinistra. Avrebbero chiuso le porte del tempio di notte e si sarebbero alzati la mattina trovandole aperte” (Jacob Neusner, il Yerushalmi, p. 156-157). [la distruzione del Tempio nel 70 d.C.]
Un passaggio simile nel Talmud babilonese afferma:
“I nostri rabbini insegnarono: Nel corso degli ultimi quaranta anni prima della distruzione del Tempio il sorteggio (lotto) [‘per il Signore’] non venne su con la mano destra, né il cinturino color cremisi divenne bianco, e la lampada occidentale non ha più brillato di lucentezza, e le porte del Hekel [Tempio] si sarebbero aperte da sole” (Soncino versione, Yoma 39b).
Quali sono questi passi di cui si parla? Poiché entrambi i Talmud riportano le stesse informazioni, ciò indica che la conoscenza di questi eventi era stata accettata dalla diffusa comunità ebraica.

Il miracolo del “Lotto”

Il primo di questi miracoli riguarda la scelta casuale del “lotto” (sorteggio), che veniva effettuato nel Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur). Il sorteggio determinava quale di due caproni sarebbe stato “per il Signore”, e quello che sarebbe stato il capro “Azazel” o “capro espiatorio”. Durante i due secoli prima del 30 d.C., quando il Sommo Sacerdote sorteggiava una pietra fra due, anche questa selezione era governata dal caso, e ogni anno il sacerdote avrebbe sorteggiato una pietra nera o una pietra bianca, indistintamente e con la stessa frequenza. Ma per 40 anni di fila, a partire dal 30 d.C., il Sommo Sacerdote sortì sempre la pietra nera! Le probabilità di un simile evento sono astronomiche (2 alla potenza di 40). In altre parole, le probabilità che questo si verifichi sono 1 su circa 5.479.548.800 o circa 5,5 miliardi a uno! In confronto, le vostre probabilità di vincita ad una lotteria di Stato o regionale sarebbero molto maggiori!
Il sorteggio di Azazel, la pietra nera, contrariamente a tutte le leggi del caso, è avvenuta per 40 volte di fila dal 30 d.C. al 70 d.C.! Questo fatto è stato considerato un evento terribile e significava che qualcosa era cambiato radicalmente in questo rituale dello Yom Kippur. Questa assegnazione per sorte è accompagnata anche da un altro miracolo che viene descritto di seguito.

Il miracolo della Striscia Rossa

Il secondo miracolo riguarda la striscia cremisi (rosso) o un panno legato al capro Azazel (il capro espiatorio). Una porzione di questo panno rosso veniva rimosso dal capro e legato alla porta del Tempio. E ogni anno il panno rosso sulla porta del Tempio diventava bianco come a significare che l’espiazione del Yom Kippur era accettabile al Signore. Questo evento annuale accadde fino al 30 d.C. A partire da quella data ogni anno e fino al tempo della distruzione del Tempio, il panno rimase color cremisi. Questo senza dubbio causò molta agitazione e costernazione tra gli ebrei. Questa pratica tradizionale è legata alla confessione, da parte di Israele, dei suoi peccati e al trasferimento cerimoniale dei peccati di questa nazione sul capro Azazel. Il peccato veniva poi rimosso dalla morte di questo capro. Il peccato era rappresentato dal colore rosso del panno (il colore del sangue). Ma il panno rimasto cremisi significava che i peccati d’Israele non erano stati perdonati e che non erano stati resi “bianchi”.
Come Dio disse a Israele per mezzo del profeta Isaia:
“Venite, discutiamo, dice il Signore: se i vostri peccati fossero come lo scarlatto [cremisi], diventeranno bianchi come la neve, anche se fossero rossi come porpora, diventeranno [bianco] come lana” (Isaia 1:18).
L’indicazione chiara è che tutta la comunità aveva perso l’attenzione del Signore in relazione a qualcosa che si era verificato nel 30 d.C. L’espiazione annuale, raggiunta attraverso la tipica osservanza dello Yom Kippur, non era si realizzava più come previsto. Apparentemente l’espiazione era da ottenere in qualche altro modo. Chi o che cosa avrebbe fornito l’espiazione per un altro anno?
Per quanto riguarda la striscia cremisi, anche se non menzionato nelle Scritture e molto prima del 30 d.C., durante i 40 anni in cui Simone il Giusto era sommo sacerdote, un filo cremisi che era stato associato con la sua persona diventava sempre bianco quando lui entrava nella parte più interna del Tempio, il Santo dei Santi. Le persone notarono questo. Inoltre osservarono che “la sorte del Signore” (il lotto bianco) si produsse per 40 anni consecutivi nel corso del sacerdozio di Simone. Notarono pure che il “lotto” scelto dai sacerdoti dopo Simone a volte era nero, a volte bianco, e che il filo cremisi a volte diventava bianco, altre volte no. Gli ebrei giunsero a credere che se il filo cremisi diventava bianco, Dio aveva approvato i rituali della Giornata di Espiazione e che Israele poteva essere certo che Dio avesse perdonato i loro peccati. Ma dopo il 30 d.C., il filo cremisi non è più diventato bianco per 40 anni, fino alla distruzione del Tempio e la cessazione di tutti i rituali del Tempio!
Che cosa ha fatto la nazione ebraica nel 30 d.C. per meritare un tale cambiamento al Yom Kippur? Secondo alcuni, il 5 aprile del 30 d.C. (vale a dire, il 14 di Nisan, il giorno del sacrificio pasquale) il Messia, Gesù, è stato tagliato fuori da Israele, lui stesso messo a morte come un sacrificio per il peccato. A causa di questo evento vi è un trasferimento dell’espiazione ora non più ottenuta attraverso i due capri come offerti a Yom Kippur. Come un innocente agnello pasquale, il Messia è stato messo a morte senza che fosse trovata colpa in Lui! Ma a differenza dei sacrifici del Tempio o gli eventi dello Yom Kippur (come spiegati sopra) dove il peccato è espiato solo per un dato lasso di tempo, il sacrificio messianico è dato con la promessa del perdono dei peccati attraverso la grazia data da Dio a coloro che accettano un rapporto personale con il Messia. Si tratta essenzialmente di un evento irripetibile per tutta la vita di ogni persona e non di una serie continua di osservanze annuali e di sacrifici animali. Il meccanismo che procura il perdono dei peccati cambiò nel 30 d.C.

Il miracolo delle porte del tempio

Il miracolo successivo, che le autorità ebraiche riconobbero, è quello delle porte del Tempio, che tutte le sere si spalancavano spontaneamente. Anche questo si verificò per quarant’anni, a partire dal 30 d.C. La principale autorità ebraica di quel tempo, Yohanan ben Zakkai, dichiarò che questo era un segno di morte imminente, che lo stesso tempio sarebbe stato distrutto.
Il Talmud di Gerusalemme afferma:
“Disse Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio, ‘O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che tu finirai distrutto. Per questo è stato detto, ‘Apri le tue porte, o Libano, che l’incendio possa divorare i tuoi cedri’ (Zaccaria 11:1)” (Sota 6:3).
Yohanan Ben Zakkai era il capo della comunità ebraica durante il periodo successivo alla distruzione del Tempio nel 70 d.C., quando il governo ebraico venne trasferito a Jamnia, una trentina di km a ovest di Gerusalemme.
Forse le porte si aprirono anche a significare che ora tutti possono entrare nel Tempio, anche nelle sue parti sante più interne. Le evidenze sostenute dai miracoli di cui sopra suggeriscono che la presenza del Signore si era allontanata dal Tempio. Questo non era più un luogo solo per sommi sacerdoti, ma le porte si erano aperte a tutti per entrare nella casa di culto del Signore.

Il miracolo della Menorah del Tempio

Il quarto miracolo era che la lampada più importante delle sette candele della Menorah nel Tempio si spense, e non brillò più. Ogni notte per 40 anni (oltre 12.500 notti di fila), la lampada principale del candelabro del Tempio (menorah) si spegneva spontaneamente nonostante i tentativi e le precauzioni prese dai sacerdoti per tutelarsi contro questo evento!
Ernest Martin afferma:
“In effetti, ci viene detto nel Talmud che al tramonto le lampade, che erano spente di giorno (le quattro lampade centrali rimanevano spente, mentre le due lampade orientali in genere rimanevano accese per tutto il giorno), dovevano essere reilluminate dalle fiamme della lampada occidentale (che era una lampada che si supponeva dovesse restare accesa per tutto il tempo, era come la fiamma ‘eterna’ che vediamo oggi in alcuni monumenti nazionali) ... Questa ‘lampada occidentale’ doveva essere tenuta accesa per tutto il tempo. Per questo motivo, i sacerdoti tenevano apposta dei serbatoi di olio d’oliva e altri strumenti pronti per fare in modo che la ‘lampada occidentale’ (in qualsiasi circostanza) fosse lasciata accesa. Ma cosa successe nei quaranta anni e l’anno stesso che il Messia disse che il Tempio fisico sarebbe stato distrutto? Ogni notte per quarant’anni la lampada occidentale si spegneva e questo nonostante i sacerdoti ogni sera la preparassero in modo speciale affinché rimanesse costantemente accesa per tutta la notte!” (Il significato dell’anno 30 d.C., Ernest Martin, Ricerca Aggiornamento, aprile 1994, p. 4).
Anche in questo caso, le probabilità che la lampada si spegnesse continuamente sono astronomiche.
Qualcosa di straordinario stava succedendo. La “luce” della Menorah rappresenta il contatto con Dio. Il suo Spirito e la sua presenza erano ora rimosse. Questa speciale dimostrazione si verificò a partire dalla crocifissione del Messia!
Dovrebbe essere chiaro a qualsiasi mente ragionevole che non esiste un modo naturale per spiegare tutti questi quattro segni connessi con l’anno 30 d.C. L’unica spiegazione possibile, deve essere soprannaturale.
Dopo il 30 d.C., e la morte del Messia, cominciarono a intervenire grandi difficoltà e prove impressionanti sulla nazione ebraica. Gesù stesso predisse ciò. Come Egli fu condotto via per essere crocifisso, Gesù mise in guardia le donne di Gerusalemme:
“Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: 'Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Già, perché verranno giorni nei quali si dirà, ‘Beate le sterili, i grembi che non hanno portato e i seni che non hanno allattato!’. Allora cominceranno a dire ai monti: ‘Cadete su di noi!’. E ai colli: ‘Copriteci!’. Perché se fanno queste cose al legno verde, che cosa sarà fatto a quello secco?'.” (Luca 23:28-31).
Quando diamo uno sguardo obiettivo agli eventi del 30 d.C., chi può mettere in dubbio che quello fosse davvero l’anno della crocifissione e della risurrezione del vero Messia, mandato da Dio a Israele? Chi può negare che Egli è l’unico e solo vero Messia? Chi altro ha adempiuto a tutte le profezie del Vecchio Testamento - tra cui la straordinaria profezia di Daniele al capitolo 9 e le ‘‘70 settimane’’- giungendo nello stesso anno previsto per la venuta del Messia?
________________________________
by Nicholas Federoff (Dr. T. Peterson, Editor) - Traduzione a cura di Viandante

Fonte: Chiesa e postconcilio, 15.5.2013. Il testo è anche ripreso da Maurizio Blondet qui. Quello originale in inglese è qui.
Il testo originale aggiunge una postilla, della quale riportiamo una nostra traduzione:

Commento aggiuntivo dei visitatori
di T. Peterson, Ph.D.
Direttore, WindowView.org

Abbiamo ricevuto risposte a questo articolo da tutto il mondo. Un commento in particolare aggiunge al contenuto sopra in modo significativo. Mentre presentiamo questo senza ulteriori conferme, riteniamo che la fonte sia credibile e l’informazione semplicemente aumenti le prove. Quanto segue viene dai Paesi Bassi:

È bello fare commenti dal Talmud e dal Midrash ed uscire per vedere fatti storici interessanti, in questo caso con il filo cremisi di Yom HaKipurim.
Un testo potrebbe essere aggiunto:
«ed è stato inoltre insegnato: ‘Per quaranta anni prima della distruzione del Tempio, il filo scarlatto non divenne mai bianco, ma rimase rosso’» (Bavli Rosh Hashanah 31b).
E secondo la mia ricerca del testo: “Ha detto Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio, ‘O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che finirai per essere distrutto, perché è stato detto: Apri le tue porte, o Libano, che il fuoco possa divorare i tuoi cedri’ (Zaccaria 11:1)” non proviene dal trattato del Talmud Yerushalmi Sota, ma da Yoma 6:3 [33b], direttamente dopo
“Quarant’anni prima della distruzione del Tempio, la luce occidentale uscì, il filo cremisi rimase rosso, e la sorte per il Signore venne sempre nella mano sinistra. Chiudevano le porte del Tempio di notte e si svegliavano al mattino e le trovavano spalancate” (anche da Yoma 6: 3 [33b]).
Calorosi saluti,
Sam

Nessun commento:

Posta un commento