Sante Messe in rito antico in Puglia

giovedì 3 novembre 2016

Qualche chiarimento sul sano "ecumenismo", che non è sinonimo di irenismo .....

Rilanciamo volentieri questo contributo di Franco Parresio.

Ulf Jonsson S.I., Intervista a papa Francesco. In occasione del viaggio apostolico in Svezia, in La Civ. Catt., 28.10.2016, p. 11

Vien proprio da cantare con Gigliola Cinquetti un noto motivetto .....

Sano ecumenismo! No falso irenismo!

di Franco Parresio

Nei giorni del definitivo crollo della basilica (nonché casa) di San Benedetto a Norcia, in Svezia il vescovo di Roma si univa ai suoi fratelli protestanti per celebrare Lutero e i cinquecento anni della molto discutibile riforma anticattolica. La coincidenza dei due eventi – quello sismico in Italia e quello altrettanto devastante in Svezia – non è affatto casuale: sono l’inequivocabile segnale di un cristianesimo – quello occidentale – oramai al collasso totale. È il fallimento della Chiesa postconciliare, la quale ha abbracciato – nel vero senso della parola – un’altra già fallita da più di cinquant’anni: quella luterana di matrice svedese. E a dirlo non sono io, un cattolico romano, ma un autorevole rappresentante di quella chiesa, figlio di pastore protestante: il pluripremiato regista Ingmar Bergman, che nel 1963 – in pieno svolgimento del Concilio – girò quel capolavoro cinematografico che si chiama “Luci d’inverno”: il suicidio di Jonas Persson, non dissuaso e in certo senso indotto nella sua idea di togliersi la vita dal pastore Tomas Ericsson, mette a nudo i limiti del culto luterano. Altro che “Il pranzo di Babette”, così caro a Bergoglio!
E proprio a costui e ai suoi adulatori, dimentichi degli insegnamenti magisteriali in tema di dialogo ecumenico, riporto queste importantissime citazioni dello stesso Magistero della Chiesa, non affatto superate e da tenere ben impresse nella mente:

«Questa è l’unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cfr. Mt 28,18ss), e costituì per sempre colonna e sostegno della verità (cfr. 1 Tm 3,15). Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica».
(Lumen gentium, n. 8)

«Bisogna assolutamente esporre con chiarezza tutta intera la dottrina. Niente è più alieno dall’ecumenismo, quanto quel falso irenismo, dal quale ne viene a soffrire la purezza della dottrina cattolica e ne viene oscurato il senso genuino e preciso».
(Unitatis redintegratio, n. 11)

«Come più volte viene affermato nel decreto “Sull’ecumenismo” […] si deve usare la dovuta prudenza affinché il movimento ecumenico stesso non resti danneggiato ed i fedeli non subiscano detrimento spirituale a causa del pericolo di un falso irenismo o indifferentismo. […] L’azione ecumenica “non può essere se non pienamente e sinceramente cattolica, cioè fedele alla verità che abbiamo ricevuta dagli apostoli e dai padri, e consona alla fede che la Chiesa cattolica ha sempre professato”. […] Per il fatto che la dimensione ecumenica coinvolge tutta la formazione teologica, non si rende superfluo un corso sull’ecumenismo. In tale materia si possono considerare […] i numerosi problemi aventi per oggetto l’ecumenismo, vale a dire: le specifiche questioni scaturite dal movimento ecumenico, circa l’ermeneutica, il ministero, il culto divino, la “intercomunione”, la tradizione, il proselitismo di cattiva lega, il falso irenismo, i laici, i ministeri affidati alle donne nella Chiesa, e simili».
(Direttorio ecumenico, 14 maggio 1967-16 aprile 1970, nn. 2, 74, 75)

«L’Ecumenismo non è semplicismo, non è irenismo superficiale e incurante delle intrinseche istanze della verità religiosa. “Niente è più alieno dall’Ecumenismo, dice il Concilio, quanto quel falso irenismo, dal quale viene a soffrire la purezza della dottrina cattolica, e viene oscurato il suo senso genuino e preciso” (Unitatis redintegratio 11). L’avvicinamento dei Fratelli disuniti, mentre deve farsi con grande rispetto e grande comprensione dei valori veramente cristiani ch’essi possiedono e col desiderio anche di apprendere da loro ciò che di vero e di buono possono darci, non deve avvenire a scapito dell’integrità della fede cattolica e della nostra disciplina ecclesiale, e non deve essere guidato dalla facile critica alle cose nostre per essere altrettanto facilmente disposto al mimetismo delle cose altrui, anche se buone e rispettabili».
(Paolo VI, Udienza generale del 18 gennaio 1967)

Nessun commento:

Posta un commento