Sante Messe in rito antico in Puglia

giovedì 1 ottobre 2015

“Remígius, epíscopus Rheménsis, flóruit Clodovéo rege Francórum; quem étiam baptizávit, et, primus ómnium, doctrína et miráculis Francos ad Christi Dómini fidem perdúxit” (Lect. III – Noct.) - SANCTI REMIGII, EPISCOPI RHEMENSIS ET CONFESSORIS


Questo grande apostolo dei Franchi, che battezzò il re Clodoveo e che governò, per più di sessant’anni, dal 459 al 533, la sede di Reims, morì il 13 gennaio.
Il martirologio geronimiano annuncia, infatti, la deposizione di san Remigio il 15 gennaio (verso il 530) e molti dei suoi manoscritti menzionano il 1° ottobre la traslazione del suo corpo.
Tuttavia, dall’epoca di Gregorio di Tours, la sua festa di celebrava in questo giorno, anniversario della prima traslazione del suo santo corpo (cfr. San Gregorio di Tours, Historia Francorum, lib. VIII, cap. XXI, in PL 71, col. 463: «... Factum est autem, ut post dies paucos adesset festivitas beati Remigii, quæ in initio mensis Octobris celebratur»). Più tardi, sotto san Leone IX, nel 1049, si fece coincidere una seconda traslazione delle reliquie di san Remigio con questa stessa data (cfr. la notizia dei Bollandisti, De S. Remigio Episcopo Remensi, cap. XVIII, § 328, in Acta Sanctorum, Octobris, vol. I, Dies 1, Parigi-Roma 1866, p. 118).
Pure Beda conosce solamente la festivitas sancti Remedii, il 1° ottobre. Floro ed Adone fanno lo stesso, mentre Usuardo fissa la deposizione di S. Remigio al 13 gennaio e la sua traslazione al 1° ottobre. Il calendario di san Villibrordo (verso il 715) ed i calendari di San Gallo del IX sec. optano per il 1° ottobre, escludendo il 13 o 15 gennaio. Questa è anche la data alla quale è menzionata la festa di san Remigio nei sacramentari, il più antico dei quali è quello di Drogone di Metz (+ 855), celebre per le sue notizie. Dalla seconda metà del IX sec. al XII si può seguire lo sviluppo geografico della festa a partire dalla regione della Champagne verso la Germania (Fulda, Neider-Altaich) e l’Inghilterra (Winchcombe), la Spagna (Ripoll) e l’Italia (Arezzo), mentre si afferma profondamente in Francia.
Sovente al nome di san Remigio sono uniti quelli di san Germano d’Auxerre e di san Vedasto, di cui si commemora parallelamente la traslazione.
Il 1° ottobre 1049, il papa san Leone IX rinnoverà la dedicazione della basilica di san Remigio, ma non sembra che la devozione del pontefice verso l’Apostolo dei Franchi abbia contribuito ad introdurre il suo culto a Roma, poiché non si trova menzione della sua festa prima della sua iscrizione nel calendario del Laterano (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 295).
Tutti conoscono le parole attribuite a Remigio quando battezzò Clodoveo, novello Costantino: «China umilmente il capo, o fiero Sicambro; adora quello che hai bruciato, brucia quello che hai adorato [sinora]» («Mitis depone colla, Sicamber: adora quod incendisti, incende quod adorasti» - ibidem, lib. II, cap. XXXI, ivi, col. 227A; Incmaro di Reims, Vita Sancti Remigii Rhemorum Archiepiscopi, cap. XXXIX, ivi, 125, col. 1160, nonché in Mon. Germ. Hist., Script. Rerum Merovingicarum, Passiones vitæque Sanctorum Ævi Merovingici et antiquiorum aliquot, t. III, Hannoveræ 1906, lib. I, cap. XV, p. 297; Id., Vita prolixior S. Remigii episc. Remensis, cap. IV, § 64, in Acta Sanctorum, cit., p. 146. V. anche il profilo biografico tratto dai Bollandisti, De S. Remigio Episcopo Remensi, ivi, cap. VII, § 118, p. 80. Cfr. Levillain Léon, La conversion et le baptême de Clovis, in Revue d’histoire de l’Église de France, 1935, p. 182).
In quel giorno nacque la lunga serie di Re cristianissimi e la Figlia primogenita della Chiesa romana ricevé il suo battesimo cattolico che irrigò perfino il giglio della sua corona reale.
San Remigio brillò non solo per la sua santità, ma anche per la fama della sua dottrina e dei suoi miracoli (si racconta che riscuscitò persino un morto: cfr. San Gregorio di Tours, op. ult. cit.: «Erat enim sanctus Remigius episcopus egregiæ scientiæ, et rhetoricis adprime imbutus studiis: sed et sanctitate ita prælatus, ut sancti Sylvestri virtutibus æquaretur. Est enim nunc liber Vitæ ejus, qui eum narrat mortuum suscitasse»). Le sue omelie sono andate perdute, ma ci restano ancora quattro lettere di lui (San Remigio di Reims, Opuscola, in PL 65, col. 963C-970C. Altre due lettere sono ivi, 71, col. 1157B-1157C), alcuni versi di sua composizione, incisi su un calice (Id., Versus A. B. Remigio Dedicati, ivi, 65, 974C-975A: «Hauriat hinc populus vitam de sanguine sacro, Injecto æternus quem fudit vulnere Christus. Remigius reddit Domino sua vota sacerdos». Secondo Icmaro queste sono le parole che san Remigio fece incidere su un calice (Icmaro di Reims, op. cit., cap. V, ivi, 125, col. 1135B, nonché in MGH, cit., p. 262), ed il suo testamento (San Remigio di Reims, Testamentum, in PL 65, col. 969C-974B).
La messa è la stessa del 4 febbraio, ma la prima colletta è simile a quella di san Liborio, il 23 luglio.








Tomba di S. Remigio, Basilica di Saint-Remi, Reims

Pierre Puget, Battesimo di Clodoveo, 1653, Musée des beaux-arts, Marsiglia


Jean Alaux, Battesimo di Clodoveo, 1825, Musée des beaux-arts, Reims

François Louis Dejuinne, Il battesimo di Clodoveo a Reims il 25 dicembre 496, 1839, musée national des châteaux de Versailles et de Trianon, Versailles


Joseph Blanc, Battesimo di Clodoveo, 1881 circa, Panthéon, Parigi

Franz Ittenbach, S. Remigio, XIX sec., Siebengebirgsmuseum, Bonn

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