Sante Messe in rito antico in Puglia

venerdì 23 gennaio 2015

“Cum esset desponsáta mater Jesu María Joseph, ántequam convenírent, invénta est in útero habens de Spíritu Sancto” (Matth. 1, 18 – Ev.) - IN DESPONSATIONE B. MARIÆ V. CUM S. JOSEPH




Il 23 gennaio la Chiesa celebra la festa tradizionale delle nozze tra la Beata Vergine Maria e S. Giuseppe. Si tratta di una celebrazione della Chiesa latina. Certo, tra Maria e Giuseppe ci fu un vero e proprio matrimonio. La questione fu assai dibattuta tra i teologi medievali. Al tema, S. Tommaso d’Aquino, nella sua Summa Theologica, dedicò un apposito articolo, nel quale risolve le difficoltà – apparenti per vero – che si discutevano.
Pierre d’Ailly (+ 1420), rettore dell’Università di Parigi, ed il suo famoso discepolo Jean Charlier da Gerson (+ 1429), chiamato semplicemente Gerson, furono i primi propagatori energetici della devozione in onore di San Giuseppe. Il Gerson si adoperò per molti anni per l’istituzione di una speciale festa votiva (Giovedì delle Tempora di Avvento) in onore dello sposalizio verginale di Maria e Giuseppe.
Un amico del Gerson, Henri Chicot, canonico del capitolo della cattedrale di Chartres, aveva lasciato in eredità una certa somma per la celebrazione nella cattedrale di questa festa votiva, per la quale Gerson aveva composto un ufficio adeguato. Sembra che Gerson eseguì le volontà dell’amico, ma la tradizione non ci dice in quale giorno la festa fu celebrata.
La prima conoscenza precisa di una festa in onore dello sposalizio di Maria risale 29 agosto 1517, quando con altre nove Messe in onore di Maria, fu concesso da Leone X per le Suore dell’Annunciazione, ordine fondato da Santa Jeanne de Valois. Questa festa fu fissata al 22 ottobre come doppia di seconda classe. Questa messa, tuttavia, onorava esclusivamente la Vergine; difficilmente era menzionato San Giuseppe e ciò non corrispondeva all’idea del Gerson.
Come una semplice festa mariana appare nel Messale proprio dei francescani, ai quali fu concesso il 21 agosto 1537, e fissata al 7 marzo con doppio maggiore.
Nello stesso tempo i Serviti ottennero la celebrazione della festa per l’8 marzo.
Si recitava l’Ufficio della Natività di Maria, cambiando la parola Nativitas con Desponsatio.
I Cistercensi l’adottarono nel 1567.
Dopo gli ordini religiosi, tra le diocesi che fecero propria la festa dello Sposalizio di Maria, vi fu quella francese di Arras, dove vi si celebrò dal 23 gennaio 1556.
Il primo Ufficio proprio fu composto dal domenicano Pierre Doré (+ 1569), confessore del duca Claude de Lorraine (+ 1550). Quest’Ufficio seguiva le linee tracciate dal Gerson e commemorava sia Giuseppe sia Maria.
Pierre Doré, nel 1546, inviò, senza successo, una petizione al papa Paolo III per estendere la festa della Desponsatio B.M.V. alla Chiesa universale. Ma anche senza la raccomandazione della Sede Apostolica, la festa fu adottata da molte Chiese.
In Moravia, ad es., fu adottata nel XVI sec. e fissata al 18. luglio.
Negli anni successivi Roma non favorì un ulteriore ampliamento della festa, ma dopo che essa fu rifiutata (1655) al re di Spagna, venne tuttavia concessa all’imperatore di Germania per l’Austria il 27 Gennaio 1678 e fissata al 23 gennaio; nel 1680 fu concessa finalmente alla Spagna, ma da tale data fu trasferita, il 13 luglio 1682, al 26 novembre, perché in Spagna la festa di San Ildefonso o San Raimondo era mantenuta al 23 gennaio.
Nel 1684 fu estesa a tutto l’Impero germanico (per riconoscenza per la vittoria di Vienna); nel 1689 fu la volta della Terra Santa dove fu elevata al rango di festa doppia di seconda classe; nel 1702 fu estesa ai Cistercensi e fissata al 20 febbraio; nel 1720 fu la volta della Toscana e nel 1725 fu estesa agli Stati Pontifici da papa Benedetto XIII. Sino a Giovanni XXIII la festa si celebrava in quasi tutta la Chiesa latina il 23 gennaio; nei paesi di lingua spagnola il 26 novembre, sebbene non sia mai stata estesa alla Chiesa universale.
Da S. Pio V fu abolito l’Ufficio di Pierre Doré ed introdotto l’Ufficio che era in uso sino al 1961, che ne faceva, ancora una volta, una festa mariana.
La commemorazione di San Giuseppe nella Messa, nei Vespri e nelle Lodi (decreto del 5 maggio 1736) poteva essere fatto solo privilegio speciale.
A Verona, san Gaspare Bertoni dedicò l’altare maggiore della chiesa delle Stimmate ai SS. Sposi Maria e Giuseppe e vi celebra con solennità, dal 1823, la festa dello Sposalizio, tradizione sempre conservata dagli Stimmatini.
Sotto Giovanni XXIII, con l’Istruzione della Congregazione dei Riti del 14 febbraio 1961, tale festa fu soppressa, eccetto per i luoghi che hanno speciale motivo di celebrarla.



Raffaello Sanzio, Sposalizio di Maria e Giuseppe, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano



Bernardino Luini, Sposalizio della Vergine, Santuario Beata Vergine dei Miracoli, Saronno

Ambito di Jean Baptiste Jouvenet, Matrimonio tra Maria e Giuseppe, 1740, collezione privata 

Alexandre-François Caminade, Sposalizio della Vergine, 1824, chiesa saint Médard, Parigi

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