Sante Messe in rito antico in Puglia

venerdì 1 maggio 2015

“Clamavérunt ad te, Dómine, in témpore afflictiónis suæ, et tu de cælo exaudísti eos” (Neh. vel 2 Esdr. 9, 27 – Intr.) - Ss. PHILIPPI ET JACOBI APOSTOLORUM


Originariamente, l’apostolo Giacomo, festeggiato in questo giorno, il mese mariano, a Roma (e questo concordava con la tradizione orientale e con il Lezionario siriano di Antiochia, che lo ricordano il 30 aprile), era Giacomo il Maggiore, fratello di Giovanni, che fu in effetti messo a morte durante la festa di Pasqua (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 234).
Tuttavia, poiché tra gli apostoli ed i discepoli del Signore vi erano più Giacomo e poiché il 1° maggio, a Roma, si festeggiava la dedicazione dell’«Apostoleion», in cui erano deposte alcune reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo il Giusto, figlio di Alfeo, questi, col tempo, eliminò il suo omonimo, che trovò una nuova collocazione il 25 luglio. La tradizione siriaca assegna la data del 27 dicembre alla morte di san Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme ed, in quel giorno, si festeggia anche san Giovanni Evangelista.
La stessa incertezza regna con riguardo a san Filippo festeggiato oggi. Un’antica tradizione liturgica romana l’identificava con il Filippo Evangelizzatore di Cesarea, che battezzò l’eunuco della regina degli Etiopi; tuttavia questi era uno dei sette primi diaconi ellenisti di Gerusalemme, che bisogna distinguere dall’Apostolo dello stesso nome.
Malgrado queste oscillazioni della tradizione, è tuttavia dimostrato che l’Apostoleion romano, iniziato da Giulio I, ricostruito da Pelagio I, fu dedicato da Giovanni III alla memoria di tutti gli Apostoli e, in particolare, di Filippo e Giacomo; in modo che i due titoli: Ad Sanctos Apostolos o Basilica Apostolorum Philippi et Jacobi furono l’uno e l’altro in uso per qualche tempo. Finalmente il titolo liturgico dei Santi Apostoli prevalse ed è questo che ha corso attualmente (Cfr. Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, pp. 201-202).
L’iscrizione absidale ricordava un tempo la storia dell’edificio:

PELAGIVS • COEPIT • COMPLEVIT • PAPA • IOHANNES
UNVS • OPVS • AMBORVM • PAR • MICAT • ET • PRAEMIVM

Nel 1873, in occasione del restauro generale del tempio, si ritrovò, sotto l’altare principale, l’antico sarcofago delle reliquie, deposte là dal papa Giovanni III (561-574), il quale aveva scelto quale giorno della dedicazione scelse il 1° maggio, già consacrato alla memoria di san Filippo (J. Noret, La Dédicace des SS. Apôtres Philippe et Jacques, in Analecta Bollandiana, 91 (1973), p. 378). Il sarcofago conteneva qualche frammento di osso, dei residui di borse di seta e di sostanze aromatiche e di balsami (Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 250-251).
Le reliquie, per la verità, erano già state rinvenute nel VII sec. e deposte nella Basilica e furono riscoperte, per l’esattezza, il 15 gennaio 1873. Esse appartenevano a due distinti individui. Quello di corporatura più robusta, del quale si conservavano solo scaglie e frammenti ossei, anche se in quantità consistente, oltre a un femore presente ab immemorabili in Basilica, fu identificato con Giacomo il Minore. Il 9 maggio 1879 le reliquie furono deposte in un’arca di bronzo all’interno di un sarcofago di marmo che venne collocato nella cripta della chiesa, al di sotto dell’altare centrale e del luogo dove erano state rinvenute; e lì sono anche oggi. Il primo di maggio si svolgeva nella basilica la solenne cerimonia dell’Ostensione delle Reliquie e, tra queste, si veneravano il piede di Filippo e la gamba di Giacomo. Al tempo della dedicazione della basilica, operata da Giovanni III, a queste reliquie furono unite parte delle spoglie di Giacomo il Minore, provenienti da Gerusalemme o da Costantinopoli. A Santa Maria in Trastevere si venera una reliquia di un braccio di Giacomo (il minore).
Tuttavia, i versi seguenti narrano al popolo la storia e le glorie dell’Apostoleion romano:

HIC • PRIOR • ANTISTES • VESTIGIA • PARVA • RELIQVIT
SVPPLEVIT • COEPTVM • PAPA • IOHANNES • OPVS,
LARGIOR • ET • EXISTENS • ANGVSTO • IN • TEMPORE • PRAESVL
DESPEXIT • MVNDO • DEFICIENTE • PREMI
FLVCTIBVS • HVMANIS • PORTVM • SCIT • FERRE • SALVTIS
CVI • SEMPER• CVRAE • EST • REDDERE • VOTA • DEO
NOMINE • CENSVRA • MENTE • ET • SERMONE • IOHANNIS
QVI • SIBI • COMMISSAS • PASCERE • NOVIT • OVES
HOC • OPVS • EXCOLVIT • QVO • PLEBS • FESTINA • RECVRRENS
ERIPITVR • MORSV • DILACERANDA • LVPI

Il suo predecessore [Pelagio] aveva appena cominciato quest’edificio,
(quando) il papa Giovanni lo terminò.
Il Pontefice di spirito largo, benché i tempi all’epoca fossero tristi,
Non fu fermato dal timore di essere portato nella catastrofe dal mondo intero.
Di fronte alle tempeste dell’umanità, istituì questo porto di salvezza,
Mentre il suo spirito elevava verso Dio una preghiera ininterrotta.
Fu veramente un secondo Giovanni, per il nome, l’austerità, i disegni, i discorsi;
Seppe condurre al pascolo il gregge a lui affidato.
Eresse questo asilo, dove si affrettò di mettere in sicurezza il popolo fedele,
Per strapparlo al dente del lupo.

E concludeva:

QVISQVIS • LECTOR • ADE • IACOBI • PARITERQVE • PHILIPPI
CERNAT • APOSTOLICVM • LVMEN • INESSE • LOCIS

Va segnalato che, identificata nel 2008, nel 2011, la Missione Archeologica Italiana diretta dall’archeologo Francesco D’Andria ha reso noto di avere riportato alla luce a Pamukkale, l’antica Hierapolis, in Anatolia occidentale, la tomba di San Filippo, uno dei dodici Apostoli (v. qui).
Roma cristiana, oltre alla Basilica dei Santi Apostoli, ha dedicato a San Filippo Apostolo una chiesa, in zona Fosso del Fontaniletto, nel 1956, inaugurata però nel 1992, ed affidata ai Padri Vocazionisti.
La messa composta per quest’occasione rivela bene il suo carattere di circostanza, soprattutto nell’introito, in cui si descrive la gioia e l’emozione dei Romani dopo che furono liberati da Totila ad opera dell’eunuco Narsete. Può darsi che questa condizione personale del grande capitano bizantino abbia influito sulla scelta di san Filippo, che si identificava a torto con colui che aveva battezzato l’eunuco di Candace, il Narsete di quel tempo.
La lettura evangelica, come è regola del tempo pasquale, è un passo dell’ultimo discorso del divin Maestro, laddove risponde a Filippo che gli domanda di vedere il Padre (Gv. 14, 1-13). Il tempo presente è il tempo della fede e non della visione; conviene dunque di contentarsi di vedere il Padre e l’augusta Trinità per mezzo di Gesù Cristo, che, come Dio, è la perfetta immagine della divinità. Come Dio, Gesù è lo splendore della sostanza; come uomo, è l’esemplare più perfetto, che, meglio di tutti gli altri, riproduceva in una forma creata l’archetipo originale increato.
Molti dicono con san Filippo: Signore, mostraci il Padre, e ciò a noi basta. Ma si illudono molto sulle loro condizioni personali e credono che un amore sentimentale basti e tenga il luogo della purezza dello spirito e del distacco da tutte le cose create. Un atomo di polvere su l’occhio impedisce la vista e causa un grande dolore. Così è per l’anima: un affetto disordinato gli toglie la libera vista di Dio e gli causa un grande pregiudizio. Gerson diceva a questo riguardo: Omnis copia quæ Deus tuus non est, tibi inopia est.

Raffaello Vanni, Vergine col Bambino con i SS. Filippo e Giacomo minore, 1673 circa, Chiesa di S. Lorenzo degli Speziali in Miranda, Roma


Paolo Ve­ro­nese, SS. Gia­como Mi­nore e Fi­lippo, 1565, Na­tio­nal Gal­lery of Ireland, Dublino

Anonimo, S. Giacomo minore, 1635-65, Museo del Prado, Madrid

Jusepe de Ribera, S. Giacomo minore, 1630-35, Museo del Prado, Madrid

Pieter Paul Rubens, S. Giacomo il minore, 1610-12, Museo del Prado, Madrid

Pieter Paul Rubens, S. Filippo, 1611-12 circa, Museo del Prado, Madrid

Jusepe de Ribera, S. Filippo, 1630-35, Museo del Prado, Madrid

Jusepe de Ribera, Martirio di S. Filippo, 1639, Museo del Prado, Madrid

Jan Philip van Thielen, S. Filippo in una ghirlanda di fiori, 1651, Museo del Prado, Madrid

Pedro Orrente, Martirio di S. Giacomo il minore, 1639, Museo de Bellas artes, Valencia

Pompeo Batoni, S. Giacomo il minore, 1740-43, collezione privata

Angelo De Rossi, S. Giacomo il minore, 1705-11, Basilica di S. Giovanni in Laterano, Roma


Filippino Lippi, S. Filippo doma il dragone del tempio di Ierapoli, 1487-1502, Cappella Strozzi, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze

Filippino Lippi, Crocifissione di S. Filippo, 1487-1502, Cappella Strozzi, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze

Francisco Rizi, Vergine con Bambino tra i SS. Filippo e Francesco d’Assisi, 1650, Chiesa dei Cappuccini, El Pardo


Giuseppe Mazzuoli, S. Filippo, 1703-12, Basilica di S. Giovanni in Laterano, Roma

Tomba di S. Filippo, Hierapolis, l'odierna Pamukkale



Interno della tomba di S. Filippo, Hierapolis, l'odierna Pamukkale






Tomba dei SS. Filippo e Giacomo minore, Basilica dei XII Apostoli, Roma

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