Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 19 giugno 2016

“Diutúrnæ valetúdinis incómmoda hílari vultu constantíque ánimo pértulit; de uno tantum cónqueri audíta est, quod, cum cibum cápere ac retinére nullo modo posset, ab Eucharística mensa ob sacraménti reveréntiam arcerétur. Verum, his in angústiis constitúta, sacerdótem rogávit ut allátum divínum Panem, quem ore súmere nequíbat, péctori saltem extérius admovéret. Précibus illíus morem gessit sacérdos; et mirum! eódem témporis moménto divínus Panis dispáruit, et Juliána seréno ac ridénti vultu exspirávit. Res supra fidem támdiu fuit, donec vírgineum de more curarétur corpus; invénta enim est circa sinístrum péctoris latus carni véluti sigíllo impréssa forma hóstiæ, quæ Christi crucifíxi effígiem repræsentábat” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTÆ JULIANÆ DE FALCONERIIS, VIRGINIS, INSTITUTRIX SORORUM ORDINIS SERVORUM BEATÆ MARIÆ VIRGINIS

Oggi la bella messa dei celebri martiri milanesi cede il posto a quella di santa Giuliana, della nobile famiglia fiorentina dei Falconieri, la cui festa, dopo la canonizzazione della Santa nel 1737, fu introdotta l’anno seguente nel Breviario con rito semidoppio da un papa che era suo compatriota, Clemente XII, Lorenzo Corsini; più tardi, Clemente XIII l’elevò al rito doppio nel 1762.
Santa Giuliana può essere considerata come una seconda fondatrice dell’ordine dei Serviti della Beata Vergine Maria; le circostanze che accompagnarono la sua ultima Comunione hanno avvolto quest’anima serafica di un profumo verginale, al punto di farne una delle figure più attraenti dell’agiografia eucaristica. Si sa difatti, da un’antica tradizione, che la santa Ostia penetrò invisibilmente nel petto della malata che non poteva comunicarsi, perché rigettava ogni cibo (cfr. Arcangelo Giani, Vita beatæ Julianæ de Falconeriis, CAPUT III. Contubernio Tertiariarum præfecta Juliana, sancte illud instituit; miraculosisque favoribus cumulata in morte, ut Beata colitur in suis Reliquiis, § 17, in Acta Sanctorum, Junii, vol. XXIV, t. IV, Dies XIX, Parigi-Roma 1867, p. 770). In effetti, quando le consorelle della Santa prepararono il corpo della vergine per la sepoltura secondo l’uso, rinvennero, sul lato sinistro del petto, impressa sulla carne come un sigillo, la forma di un’ostia, rappresentante l’immagine di Gesù crocifisso: «… Giuliana vie più infiammata di santo amore (ed oh! quanto è mai ingegnoso l’amore!) con lagrime e con preghiere supplicò il Sacerdote d’un’ altra grazia, che certamente non si aspettava : Deh! almeno - Ella disse - stendete un velo sul mio petto e sopra di quello posate per un poco l’Ostia Sacrosanta; affinché un gualche conforto prenda il mio cuore dalla vicinanza del mio Gesù. A tale inaspettata richiesta restò da prima sospeso e titubante il sacro Ministro; ma poi sentendosi internamente inclinato ad appagare così vivi ardori, disteso un velo sopra il di lei petto infuocato, posò quivi riverentemente, com’Ella bramava, la santa Eucaristia. Ed ecco il secondo stupendo ed inaudito prodigio; poiché appena fu collocata l’Ostia Sacrosanta sul castissimo petto di questa infervorata Vergine, che immantinente disparve; ed Ella raccolto sulle labbra tutto il suo spirito affettuosamente esclamando: Oh! dolce mio Gesù, con un soave sorriso placidamente spirò, volandosene quell’anima benedetta agli eterni gaudj del suo Sposo Celeste. …. curandosi a forma del costume il di lei santo Corpo, Giovanna Soderini amantissima discepola e compagna della nostra Santa, scoperse con sua gran maraviglia e fece osservare a tutte, come sul petto della medesima, allato al di lei cuore, cioè nel luogo stesso dove sopra era stata posata la Sacra Particola, vi era impressa in forma di sigillo la medesima figura dell’ Ostia coll’immagine della Croce; dal che nessuno più dubitò, che il Signore non si fosse in tal maniera prodigiosa unito a quel l’anima santa, avendo cosi voluto mirabilmente esaudire le di lei pie brame, ed oprare egli stesso quanto domanda dalle caste sue spose allor che dice: Pone me ut signaculum super Cor tuum» (Vita di S. Giuliana Falconieri Vergine fiorentina, Istitutrice del Terz’Ordine delle Serve di Maria Vergine, Roma, 1837, pp. 43-45).
La Chiesa di Roma ha dedicato alla nostra Santa una chiesetta nel quartiere Gianicolense (chiesa di santa Giuliana Falconieri) eretta nel XX sec.
La messa è del Comune, come il 10 febbraio, salvo la prima colletta che fa allusione chiaramente al miracolo eucaristico che abbiamo ricordato.
Come i pagani mettevano nella bocca delle morti la moneta destinata a pagare il trasporto della barca di Caronte, così, nel IV sec., c’era già un’antica tradizione della Chiesa romana, confermata da un gran numero di testi dei santi Padri, che a confortare l’ultimo istante dei fedeli vi era il cibo eucaristico: il Viaticum, il quale si depositava talvolta anche sul petto dei defunti. In seguito, la Chiesa modificò questa disciplina e dichiarò che bastava ai morenti ricevere come viatico questa Comunione, che segue la Confessione e l’estrema unzione o unzione degli infermi, senza che fosse necessario di un’altra Eucaristia al momento stesso dell’ultimo sospiro. Quest’antico costume romano riflette tuttavia la fede energica della prima età patristica, dove, di fronte al materialismo pagano, si voleva confessare solennemente il dogma dell’immortalità dell’anima e della finale risurrezione dei corpi di cui la divina Eucarestia è il pegno. O qual consolazione e grazia ricevere l’Eucaristia in quel momento supremo, nel quale si decidono le sorti eterne dell’anima, essere muniti del conforto del Pane Eucaristico! Non a caso, nell’inno risalente al XIV sec., musicato poi da Mozart, Ave Verum Corpus, si invoca: «Esto nobis praegustatum in mortis examine», «fa’ che noi possiamo gustarti nella prova suprema della morte». Santa Giuliana ricevé questa grazia in maniera del tutto particolare, potendosi unire al suo Sposo sotto le specie eucaristiche senza che passassero dalla sua bocca, entrate direttamente nel suo cuore verginale.




Osvaldo Micheli del Friuli, SS. Trinità tra i SS. Rosalia, Giuliana e Francesco di Paola, XVII sec., Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, Bologna

Anonimo, Viatico di S. Giuliana, XVIII sec.

Pierleone Ghezzi, Immacolata con Bambino e SS. Alessio Falconieri e Giuliana Falconieri, 1732, Castagnola di Chiaravalle (Ancona) 

Scuola di Pierleone Ghezzi, Crocifissione con i SS. Alessio Falconieri, Giuliana Falconieri ed Isidoro l'agricoltore, XVIII sec., museo diocesano Porto Santa Rufina

Raffaello Giovannetti, S. Giuliana prende l'abito religioso dalle mani di S. Filippo Benizi, 1854, chiesa di Sant’Andrea, Viareggio

Guido Nincheri, S. Giuliana, XX sec. 






Urna con le reliquie di S. Giuliana, Basilica della Santissima Annunziata, Firenze

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