Sante Messe in rito antico in Puglia

giovedì 5 maggio 2016

Breve e salutare pensiero in morte di Napoleone Bonaparte sulla morte dei potenti

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,

muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
(Alessandro Manzoni, ode Il cinque Maggio, vv. 1-10, 31-36)

Il 5 maggio 1821 moriva a Sant’Elena Napoleone Bonaparte, verosimilmente convertitosi a tornato a Dio giusto in tempo (v. Rino Cammilleri, La conversione di Napoleone Bonaparte, in La nuova bussola quotidiana, 26.11.2013).
Valga per lui, come ci ricorda un nostro affezionato e giovane lettore (dal quale attingiamo questa riflessione), il pensiero che S. Alfonso M. de’ Liguori riferiva ad Alessandro Magno.

«Narra S. Antonino che morto che fu Alessandro Magno, un certo filosofo esclamando disse: “Ecco quegli che ieri conculcava la terra, ora dalla terra è oppresso. Ieri tutta la terra non gli bastava, ora gli bastan sette palmi. Ieri conduceva per la terra eserciti, ed ora è condotto da pochi facchini sotto terra”. Ma meglio sentiamo quel che dice Dio: “Quid superbis, terra et cinis?” (Eccli. X,9). Uomo, non vedi che sei polvere e cenere, a che t’insuperbisci? a che spendi i tuoi pensieri e gli anni tuoi per farti grande in questo mondo? Verrà la morte, ed allora finiranno tutte le tue grandezze e tutt’i tuoi disegni: “In illa die peribunt cogitationes eorum” (Ps. LV,6)» (S. Alfonso, Apparecchio alla morte, II, 2).


Jean-Baptiste Mauzaisse, Napoleone sul letto di morte, un'ora prima di essere sepolto, 1843 circa, musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau, Rueil-Malmaison

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