Sante Messe in rito antico in Puglia

mercoledì 23 dicembre 2015

I semi dell’apostasia portano alla dissoluzione della Chiesa. Il caso di Udine. E non solo.


Ma possono essere ancora pastori quelli che offrono le pecore del proprio gregge al lupo? E magari cedono alle lusinghe del lupo?
Il caso di Udine, che proponiamo, non è che un pallido esempio di quanto la Chiesa si stia disfacendo dinanzi all’Islam, sedicente “religione di pace” come vorrebbe qualcuno in alto loco. Cfr. L'estranea 'natività' di Udine: come difenderci dalle commistioni che diventano profanazioni?, in Chiesa e postconcilio, 24.12.2015.
Ancora, significativo è il caso de L'Osservatore Romano e Radio Vaticana che vedono nella coincidenza della data della nascita del Signore con quella del c.d. profeta quasi un "segno di Dio" (v. Aleteia, 24.12.2015; Radio Vaticana, 23.12.2015. Cfr. per un commento, Vaticano: nascita di Gesù o di Maometto buona novella, cuore in festa, in Radiospada, 23.12.2015. V. anche Il Timone, 24.12.2015). 
Emblematico è anche il caso di Genova, dove un vescovo ausiliare si è recato a pregare in moschea, verso La Mecca, rivolgendo orazioni ad un dio, Allah, non trinitario, che, guardato appena un po’ da vicino, offre allarmanti caratteristiche che non hanno nulla a che fare con il Dio Trinità, professato dai cristiani, poiché, senza relazione com’è, non garantisce a questa realtà (sia divina sia umana) né l’armonia né il funzionamento (così I. Biffi, Nel Catechismo loriginalità che sa dialogare, in Avvenire, 10 agosto 2005, p. 16). La divinità islamica, infatti, sarebbe un “dio incartato”, a differenza del Dio cristiano, incarnato: anzi gli è opposto. Allah, del resto, era la divinità suprema del pantheon politeista arabo; una sorta di Giove dei popoli arabi. Maometto, allorché distrusse i 360 idoli adorati a La Mecca ed affermò che Allah fosse l’unica divinità, in realtà non rese quel dio il nostro stesso Dio, sebbene lo condisse con elementi sparsi attinti dal giudaismo e dal cristianesimo nestoriano. Nota Magdi Cristiano Allam: «sarebbe come se il cristianesimo si fondasse sul culto assoluto di Giove» (M. C. Allam, Islam. Siamo in guerra, Milano, 2015, p. 67). Per cui, non possiamo affermare che le preghiere che un cristiano possa rivolgere a quella divinità siano preghiere rivolte, in verità, al Dio cristiano. Al contrario. Si tratta di un chiaro caso di abbandono della fede, forse dovuto alla scarsa o nulla fede degli odierni pastori e degli stessi fedeli, in nome di un ovattato, quanto politicamente corretto, buonismo e pacifismo.

Mons. Anselmi, prima dell'apertura della porta santa in Genova, prega in moschea. V. qui e qui

Molti moderni pastori non credono più nel Dio Triuno né ne hanno timore presi come sono dalla “misericordia”, tanto da permettersi di ritenere che Dio possa tollerare di tutto dai suoi ministri e dai fedeli, nonostante Egli sia Dio geloso! Insegnava S. Tommaso d’Aquino: «quod mysterium Christi explicite credi non potest sine fide Trinitatis, quia in mysterio Christi hoc continetur quod filius Dei carnem assumpserit, quod per gratiam spiritus sancti mundum renovaverit, et iterum quod de spiritu sancto conceptus fuerit» (S. Tommaso DAquinoSumma Theol., II-II, q. 2, a. 8: «Non è possibile credere esplicitamente il mistero di Cristo senza la fede nella Trinità: poiché il mistero di Cristo implica l’assunzione della carne da parte del Figlio di Dio, la rinnovazione del mondo mediante la grazia, e la concezione del Cristo per opera dello Spirito Santo»).
Non possiamo, perciò, non qualificare quei gesti come atti di apostasia.
Scrive san Pio X nel suo Catechismo al n. 128 che «Gli apostati sono i battezzati che rinnegano, con atto esterno, la fede cattolica già professata». Al n. 229 del Catechismo Maggiore: «Gli apostati sono coloro che abiurano, ossia rinnegano con atto esterno la fede cattolica, che prima professavano». Commenta Padre Dragone: «Il cattolico nel santo Battesimo si è impegnato a professare in privato e in pubblico la sua religione. Quando, con un atto pubblico ed esterno, abbandona il cattolicesimo per aderire a un’altra religione (protestante, maomettana, buddista…), o per non aderire a nessuna religione positiva (atei, materialisti, massoni, deisti, idealisti, panteisti, comunisti, socialisti, marxisti…) diventa apostata, perché rinnega la religione cattolica e se ne allontana. L’apostasia è un peccato gravissimo, separa dalla Chiesa e dalla comunione dei santi e priva della possibilità di salvezza. Riflessione. – Per il ritorno degli erranti all’unità della Chiesa cattolica, più delle parole e degli scritti polemici, giovano la preghiera, la penitenza e il buon esempio. Esempio. – Giuliano, nipote dell’imperatore Costanzo, passò alla storia col nome infame di «apostata». Battezzato nella religione cristiana, fino a vent’anni frequentò la Chiesa e i Sacramenti. Dapprima rinunciò alla fede ma solo in segreto, per non essere privato del diritto al trono. Fatto imperatore, gettò la maschera, rinnegò apertamente il Cristianesimo, si proclamò credente nelle dottrine e nei riti pagani, e si propose di far rifiorire il paganesimo. Numerosi cristiani furono da lui martirizzati. Però la vendetta divina non si fece attendere a lungo. Dopo appena tre anni di regno Giuliano morì combattendo contro i Parti. Si racconta che prima di morire estrasse di sua mano la freccia che gli si era infitta nel petto, raccolse una manata di sangue che sgorgava dalla ferita e lo lanciò contro il cielo gridando disperato: “Galileo, hai vinto!”» (Catechismo san Pio X commentato, CLS, Verrua Savoia, 2009, p. 203).
Ed è evidente che la preghiera rivolta alla divinità islamica è un atto di apostasia, perché quella divinità non è il Dio Uno e Trino professato dalla fede cristiana. Né può dirsi che quel dio islamico sia il medesimo Dio, meglio conosciuto dai cristiani, stante la diversità ontologica tra il primo ed il Secondo. Ricorda ancora Inos Biffi «Il Signore ha mandato i suoi apostoli ad annunziare e a testimoniare il suo Vangelo nel mondo intero, così che tutti gli uomini – proprio tutti – diventino credenti in Lui. Ne consegue che il suo discepolo non arrossirà a proclamare che la sola vera religione – per usare le parole di Agostino – è quella annunziata da Cristo e in atto in Lui; che non cè un Dio cristiano e, a lui equivalente o quasi, il Dio di altre religioni, sia pure monoteistiche, ma che lunico vero Dio è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, o la Trinità» (Nel Catechismo, cit.).
Ma il caso del vescovo genovese ne è solo un esempio.
Vi sono stati altri chiari segni di cedimento, giungendo persino ad inserire nel presepe elementi islamici (v. qui e qui) o a sollecitare la compresenza, accanto al Crocifisso, dei simboli musulmani (v. qui) o insistere nellinsegnamento del ramadan a scuola (v. qui). Tutti segni di cedimento, che spianano la strada alla conquista islamica. In tal maniera ci mostriamo chiaramente ingrati nei confronti dei doni di Dio: è infatti un dono ed una grazia di Dio se le nostre terre non sono (ancora) islamiche, perché i nostri padri hanno impetrato dallOnnipotente, per intercessione della Regina delle Vittorie, Maria, la salvezza dellOccidente dal pericolo della mezzaluna, vincendo innumerevoli volte ed infine a Lepanto ed a Vienna. Mostrandoci ingrati verso queste grazie di Dio, apriremo la strada alla nostra dissoluzione e distruzione.
Del resto è significativo che uno dei maggiori sultanati islamici abbia vietato la celebrazione del Natale (v. qui)!
Presto, chissà, anche da noi sarà realtà e la pubblica celebrazione del Natale sarà causa di imprigionamenti e persecuzioni.

Udine: musulmani all’attacco del Natale. E la Curia bela

Se i Pastori della Chiesa di Udine si documentassero un po’ sull’islam, potrebbero essere una guida per i fedeli a loro affidati… o forse sono già documentati e trovano più comodo ficcare la testa nella sabbia? Forniamo comunque un’interessante serie di link a siti islamici, assolutamente espliciti.

di Redazione

Se il lupo rappresenta la ferocia, la pecora è senza dubbio l’opposto, l’animale da sempre simbolo della pavidità. Poi c’è, anzi “dovrebbe esserci”, il buon pastore, quello che è disposto a dare la vita per le pecore a lui affidate, e che affronta il lupo.
Oggigiorno le cose vanno in un modo un po’ diverso. Il lupo si è evoluto e si presenta mite e dialogante. Però sempre lupo è, e il suo intento è quello di mangiare le pecore. Il pastore invece si presenta come prima, vestito da pastore, però è cambiato dentro. Ci si chiede: è rincretinito o è diventato un pusillanime? Forse, tutte e due le cose. Sta di fatto che il pastore proclama: “Bene, bene, vediamo che dice il lupo. Il suo atteggiamento è interessante, e del resto noi pastori siamo dialoganti. Eccetera”. Mentre il pastore si apre al dialogo, il lupo controlla se in cucina ha tutti gi ingredienti per rendere saporita la pietanza, e tra sé e sé dice soddisfatto: “Ma quanto è fesso questo pastore, è proprio quello che fa per me”. Il risultato comunque è scontato: il pastore dialoga, il lupo mangia, e le pecore finiscono sbranate.
Accade a Udine che, nell’orgia dialogica in cui siamo immersi, si fa avanti l’Associazione Partecipazione & Spiritualità Musulmana che , come ci comunica gioiosamente il Messaggero Veneto – Edizione Udine , si appresta a diffondere in città il manifesto che vedete in fotografia e a proporre, sotto il titolo “Gesù e Muhammad, raggi della medesima luce” una serie di iniziative, presentate da tale sig. Fauzi Mjoual, segretario e tesoriere del centro Misericordia e Solidarietà (altra associazione che partecipa all’iniziativa). Il tutto, ovviamente, per “ricercare e valorizzare i tanti punti di convergenza tra gli esseri umani, in modo da allontanare lo spettro del rigetto dell’altro e della violenza, che spinge l’umanità verso l’abisso dell’incomprensione totale”.
A questo punto sarebbe legittimo attendersi da un Pastore della Chiesa cattolica alcune parole precise, tipo:
Cari fedeli, ricordiamoci che l’islam è una falsa religione, ed è un’eresia anzitutto perché nega la natura divina di Nostro Signore Gesù Cristo e la Santissima Trinità; oltre al resto.
Ricordiamoci anche che è nostro preciso dovere ammonire chi è nell’errore, e quindi anche i musulmani perché ben sappiamo che se non si convertono all’unica vera Fede, saranno dannati in eterno;
In ogni caso non lasciamoci fuorviare da queste iniziative che con belle parole possono far cadere nel gravissimo errore del sincretismo, peraltro funzionale al mai rinnegato sogno musulmano di convertire tutto il mondo all’islam, anche a fil di spada (o meglio, dato il progresso, a raffiche di mitra).
Accade invece che Mons. Guido Genero, vicario generale dell’Arcidiocesi di Udine, dichiari (è sempre il Messaggero Veneto a documentarci) che “Di primo acchito ci pare un fatto positivo, ma, prima di esprimere qualsiasi tipo di giudizio, attendiamo di vedere questi manifesti”.
A parte il fatto che i manifesti, come li abbiamo visti noi tutti, li avrà già visti anche Mons. Genero, ci sembra strano che un vicario generale di un’Arcidiocesi sia così poco documentato sulla vera natura dell’islam, da aver bisogno di rifugiarsi dietro queste frasi vuote per prendere tempo. Comprendiamo però benissimo che quando si ricoprono cariche così impegnative il tempo a disposizione sia molto poco e quindi abbiamo fatto qualche veloce ricerca. Magari ciò che abbiamo letto potrà essere utile anche ai Pastori dell’Arcidiocesi di Udine. Con tutto il rispetto, facciamo notare che la ricerca ci è costata solo una manciata di minuti…
Orbene, se scorriamo un po’ il sito della già citata Associazione “Misericordia e Solidarietà” troviamo una chiara,chiarissima dichiarazione di intenti: “E’ degno di nota il fatto che l’unico paese europeo in qualche modo citato dal Profeta Muhammad (saws) sia l’Italia, in particolare la sua capitale Roma: “Fu chiesto al Messaggero di Allah: quale città sarà conquistata per prima: Costantinopoli o Roma? Disse: “La città di Eraclio sarà conquistata per prima; ovvero Costantinopoli”. Ciò lascia intendere che anche Roma abbraccerà l’Islam”. Non inventiamo nulla: stiamo solo leggendo ciò che anche voi potete leggere, cliccando qui. Le parole usate non lasciano spazio a equivoci: il verbo “conquistare” è ben chiaro, e lo è ancor di più, se si legge tutta la pagina linkata, che si apre con il ricordo delle conquiste militari islamiche in Italia.
Insomma, bisogna riconoscere che l’Associazione “Misericordia e Solidarietà” non manca di chiarezza. E può farlo, perché sa che una società debosciata e svirilizzata, dove i Pastori sono così tesi al “dialogo” da aver lasciato da parte Nostro Signore Gesù Cristo, sarà sempre pronta a inchinarsi davanti all’unica legge che i pusillanimi rispettano, quella del più forte.
L’islam fa paura, la Fede cattolica è da tempo persa, e troppi “pastori” sono pronti a piegare la testa di fronte a queste belle iniziative di dialogo. E poi va riconosciuta una notevole capacità nel marketing, addirittura l’associazione islamica ha nel suo titolo la parola magica “Misericordia”… che vogliamo di più?
Il Corano, qualcuno lo ha letto? Sì? Benissimo. Allora smettiamola, almeno, di fare gli ipocriti e rifugiarci dietro frasi vuote, come quella di Mons. Genero, sopra riportata. Il Corano è chiarissimo, quanto a intenti di conquista, gli islamici di “Misericordia e Solidarietà” sono a loro volta chiarissimi. Cosa serve di più?
Già, servirebbe la Fede cattolica. Ma in alto loco ci è stato spiegato che la “interreligiosità” è una “grazia”; è la stessa autorevole fonte che ci ha spiegato che il proselitismo è una grande sciocchezza. È chiaro che per quell’autorevole voce si era sbagliato Nostro Signore Gesù Cristo, quando ordinò di portare il Vangelo in tutto il mondo e arrivò a dire che “chi si convertirà e sarà battezzato, sarà salvo”. Gli altri no. Eravamo molti, molti anni prima del 13-3-2013…
Comunque, se i pastori della Chiesa udinese vogliono documentarsi un po’ di più sul’islam possono anche andare a visitare uno dei più antichi e illustri siti islamici, “radio islam“, in rete da anni in ben 23 lingue, con l’intento di favorire il dialogo e la conoscenza tra mondo occidentale e islam. È un sito interessante, che già nell’home page fa dichiarazioni fanatiche di antisemitismo e che fornisce ai suoi lettori anche alcune letture istruttive, come il “Mein Kampf“ e il testamento di Hitler. Notoriamente si tratta di scritti di alto valore pedagogico, tesi a favorire quel “dialogo” a tutti offerto a prezzi da discount…
Ci sembra che non ci sia molto da aggiungere.
E a tutti i fedeli dell’Arcidiocesi di Udine auguriamo Buon Natale, nascita del Salvatore, Nostro Signore Gesù Cristo. E basta.

Fonte: Riscossa cristiana, 21.12.2015. V. anche il sequel, Udine, seconda puntata. Il fascino del suicidio, ivi, 22.12.2015.

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