Sante Messe in rito antico in Puglia

giovedì 28 settembre 2023

I 200 anni dall'elezione di papa Leone XII della Genga

 In quest'anno 2023 ricorrono parecchi anniversari degni di nota per la Chiesa: i 200 anni, ad es., dell'incendio devastante della Basilica di San Paolo fuori le Mura (15 luglio 1823), che distrusse la basilica esistente sin dall'epoca dell'imperatore Teodosio (che aveva edificato su quella costantiniana) (cfr. Graziano Motta, Duecento anni fa l'incendio della Basilica Ostiense, in La nuova bussola quotidiana, 19.7.2023); i 200 anni della morte del Servo di Dio papa Pio VII, che abbiamo ricordato nel mese di agosto (v. qui) ed i 200 anni dell'elezione del successore, il papa marchigiano Leone XII della Genga, che tra l'altro si fece promotore di una mobilitazione mondiale nella ricostruzione della Basilica di San Paolo (v. enciclica Ad plurimas, 25 gennaio 1825), che vide persino i contributi dello zar Nicola I di Russia con i doni di malachite e di lapislazzuli e del re d’Egitto Fuad I con quelli di alabastro.

Per ricordare l'elezione, ed al contempo la figura, del papa Leone XII, sono stati promossi una serie di convegni a Roma e nelle Marche (sua regione di origine) (v. quiquiquiquiquiqui e qui), che si augura possano portare alla ribalta del popolo cattolico (e non solo) questo pontefice semisconosciuto ai più. 

Charles Picqué, Ritratto di papa Leone XII, 1828

Circa i doveri di un papa in un aforisma del pontefice Leone XII


Fonte: Leone XII, bolla Quo graviora, 13 marzo 1825

 

mercoledì 20 settembre 2023

Un lucido aforisma del filosofo Gianni Vattimo, esponente del c.d. pensiero debole, sul cattolicesimo contemporaneo

Ieri, 19 settembre, si spegneva il filosofo Gianteresio (detto Gianni) Vattimo, teorizzatore del c.d. pensiero debole, corrente filosofica postmoderna. Sebbene, almeno formalmente, lo stesso si definisse "cattolico" e fosse stato, negli anni Cinquanta, con Umberto Eco e Furio Colombo, a guida dell'Azione Cattolica giovanile torinese, il suo pensiero era assolutamente lontano da quello cristiano, fondato sull’idea del c.d. indebolimento di Dio, rifiutando l’idea di Dio quale essere razionale (v. qui il ricordo di Francesco Agnoli). Con tale rigetto, ovviamente, ha rifiutato anche i precipitati etici collegati all’esistenza di Dio personale.

Ora, che è passato da questa vita all’altra, sicuramente si sarà reso conto degli errori compiuti e delle aberrazioni filosofiche (e non solo) cui era pervenuto. Che Dio abbia misericordia della sua anima!

Tuttavia, un merito gli va ascritto: quello di aver saputo rimproverare, con lucidità ed obiettività, il cattolicesimo contemporaneo dall’essersi messo all’inseguimento del mondo e della mondanità, perdendo così la propria identità e la sua forza. L'aforisma che segue è riportato dal card. Robert Sarah, nel suo libretto Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi, Marcianum Press, 2020, sebbene lo faccia risalire al 2010 ad una conversazione su Radio Vaticana. In realtà, l'aforisma che segue - più volte riusato nel corso degli anni (v. qui e qui) - è più risalente e rimonta ai primi anni '90 del secolo scorso, ad una conversazione con lo scrittore cattolico Vittorio Messori ed al suo Pensare la storia (cfr. Antonio Socci, Quando Vattimo disse a Messori ..., in Lo Straniero, 23.9.2023):