Sante Messe in rito antico in Puglia

sabato 13 gennaio 2018

Card. Raymond L. Burke, “Omelia - Missa In Epiphania Domini”, 6 gennaio 2018

In questa Ottava dell’Epifania, Commemorazione del Battesimo di Nostro Signore, pubblichiamo l’omelia dettata dal card. Burke il 6 gennaio scorso, durante la solenne Messa Pontificale, presso la Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini in Roma.



Costantino Sereno, Battesimo di Gesù, 1871, Casale Monferrato

Luigi Morgari, Battesimo di Gesù, 1878-87, Vigevano

Antonio Brilla - Carlo Costa, Battesimo di Gesù con Adamo, Eva e Battistero, 1888-89, Casale Monferrato

   



CARD. RAYMOND L. BURKE

OMELIA

MISSA IN EPIPHANIA DOMINI

CHIESA DELLA SS. TRINITÀ DEI PELLEGRINI
ROMA, 6 GENNAIO 2018

Is 60, 1-6
Mt 2, 1-12

Sia lodato Gesù Cristo!
La festa della Natività del Signore è inseparabilmente unita alla festa della Sua Epifania. Dio Figlio è nato dalla Vergine Maria per la salvezza del mondo e, perciò, tutto il mondo è attratto dalla luce che promana dal Suo Volto dal momento della Nascita. La stella che i Re Magi seguono simboleggia quella luce che attrae ogni uomo di buona volontà alla fonte di vera luce, alla fonte della verità e dell’amore divino: Dio Figlio Incarnato, il Bambino Gesù Nostro Salvatore.
Questa luce non ci attrae ad un qualcosa di passeggero, che può interessarci per qualche tempo, ma che poi svanisce. Questa luce ci attrae verso Dio stesso che è disceso dal cielo per abitare in mezzo a noi, per abitare nella Sua santa Chiesa per la nostra salvezza. Non possiamo mai esaurire la fonte di verità e d’amore alla quale la stella di Betlemme ci attrae. Conoscere, amare e servire il Signore abbraccia l’intero arco della nostra vita ed anticipa, già qui in terra, la vita eterna. Per questa ragione, seguendo la stella, portiamo con noi le nostre offerte da donare al Re dell’Universo.
Essenzialmente, portiamo i nostri cuori per donarli, per farli riposare per sempre, nel Suo Cuore Divino. Il Bambino Gesù si manifesta non come uno spettacolo passeggero, ma come la presenza fedele e duratura di Dio in mezzo a noi, della quale ogni uomo, nel suo intimo, ha fame e sete.
Il profeta Isaia ci illustra il profondo senso della festività odierna. Veramente, nella Natività, “la gloria del Signore brilla sopra” Gerusalemme, ma è una luce che illumina non soltanto i figli e le figlie di Gerusalemme, ma tutte le genti. Ecco le parole ispirate di Isaia: “Cammineranno le genti alla tua luce; i re allo splendore del tuo sorgere”. È la luce che conduce tutti gli uomini alla Chiesa, la vera Gerusalemme, dove Cristo continua sempre la Sua opera salvifica fino all’Ultimo Giorno.
Dom Prosper Guéranger medita la profezia di Isaia con queste parole:
O gloria infinita di questo gran giorno, nel quale comincia il movimento delle genti verso la Chiesa, la vera Gerusalemme! O misericordia del Padre celeste che si è ricordato di tutti i popoli sepolti nelle ombre della morte e del peccato! Ecco che la gloria del Signore si è levata sulla Città santa; e i Re si mettono in cammino per andarlo a contemplare. L’angusta Gerusalemme non può più contenere la calca di gente; è inaugurata un’altra città santa, e verso di essa si dirigerà la moltitudine dei gentili di Madian e d’Efa. Apri il seno nella tua materna gioia, O Roma! ... [L]’umanità intera viene a prendere nel tuo seno una nuova nascita. Apri le tue braccia materne, e accogli noi tutti che veniamo dal Mezzogiorno e dall’Aquilone portando l’incenso e l’oro a Colui che è il Re tuo e nostro.
La festa della manifestazione del Signore alle Nazioni ispira la perenne attività missionaria della Chiesa e l’unione di ogni cristiano a quest’opera missionaria. La Chiesa, quale Corpo Mistico di Cristo, non può cessare mai di andare incontro a tutte le Nazioni annunciando la verità e l’amore di Dio Incarnato, manifestando il Volto di Cristo visto per la prima volta dai Rei Magi a Betlemme.
Possiamo allora rivedere i nostri fratelli e le nostre sorelle del mondo nei Re Magi del Vangelo. Nonostante la loro distanza da Cristo o il loro ostinarsi a non volerLo raggiungere, il Signore li chiama a Sé e vuole l’offerta dei loro cuori. Essi debbono trovare in noi la testimonianza che la verità e l’amore si trovano già in questo mondo, in Cristo che è vivo e presente nella Chiesa per la salvezza di tutto il mondo. Offriamo questa testimonianza soprattutto ogni volta che ci avviciniamo all’altare del Sacrificio di Cristo per unire i nostri cuori al Suo glorioso Cuore trafitto.
Dom Prosper Guéranger coglie il senso del nostro pellegrinaggio terreno, riflettendo sulla manifestazione di Cristo, Re di tutti i cuori, quando i Rei Magi si avvicinarono alla mangiatoia di Betlemme:
I Magi, primizie della Gentilità, sono stati introdotti presso il gran Re che cercavano, e noi tutti li abbiamo seguiti... Tutte le fatiche di quel lungo viaggio che porta a Dio sono dimenticate; l’Emmanuele rimane con noi, e noi con lui. Betlemme, che ci ha ricevuti, ci custodisce per sempre, perché a Betlemme possediamo il Bambino, e Maria Madre sua... Supplichiamo questa Madre incomparabile di presentarci essa stessa il Figlio che è la nostra luce, il nostro amore, il nostro Pane di vita nel momento in cui ci avvicineremo all’altare verso il quale ci conduce la Stella della fede. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il Neonato. Egli gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del divino Re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova, rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò che vi è di ombra e di tempo.
Dopo la Santa Messa di questa mattina, utilizzando i gessetti benedetti, segneremo le porte delle nostre abitazioni con la Croce di Cristo e le prime lettere dei nomi dei Rei Magi per significare che veramente le nostre case ed i nostri cuori appartengono a Cristo Re, che la nostra vita terrena è realmente un pellegrinaggio che conduce alla vita eterna e che attendiamo la consumazione del nostro pellegrinaggio terreno, al ritorno di Cristo Re nella gloria.
Oggi, nelle cattedrali del mondo, dopo il canto del Vangelo, si annuncia ai fedeli “il giorno della prossima festa di Pasqua”. Questo annuncio ci ricorda la finalità della Nascita e dell’Epifania del Signore: l’offerta della Sua vita sulla Croce per la salvezza del mondo. Questo annuncio ci ricorda che il Cuore di Cristo Re è stato trafitto dalla lancia del soldato Romano, dopo la Sua morte sulla Croce, per rimanere sempre aperto nella gloria al fine di ricevere il dono dei nostri cuori.
Condotti dalla stella della Fede all’altare sul quale Cristo Re non cessa mai di rendere sacramentalmente presente il Suo Sacrificio sul Calvario, eleviamo i nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, al Suo glorioso Cuore trapassato. Offrendo il tesoro dei nostri cuori al Cuore Eucaristico di Cristo, questi saranno purificati da tutto ciò che non è di Dio e saranno fortificati per perseverare nel seguire la stella della Fede che ci porta sempre a Dio Padre, nel Suo Figlio Unigenito Incarnato, per opera dello Spirito Santo. Così, nel pellegrinaggio della nostra vita terrena, rimarremo con Cristo, vivo nella Chiesa, sulla via che ci conduce alla mèta del nostro pellegrinaggio: la vita eterna alla presenza di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – insieme con gli angeli e tutti i santi. Allora, con i Rei Magi, proveremo “una gioia grandissima”, una gioia che è eterna; mentre adesso, sempre insieme ai Rei Magi, prostriamoci e adoriamo il Signore. 

Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori, abbi pietà di noi.
O Maria, Regina concepita senza peccato originale, prega per noi.
San Giuseppe, Sposo della Madre di Dio, prega per noi.
O Santi Re Magi, pregate per noi.
San Filippo Neri, prega per noi.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Così sia. 

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