Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 11 marzo 2018

Un tabernacolo a forma di piramide??? Il ricordo e la testimonianza di un nostro lettore


Pubblichiamo volentieri un articolo a mo’ di lettera di un nostro affezionato lettore, che ci racconta, con sofferenza, della sua esperienza nella diocesi bergamasca, un quadro triste e desolante, che è anche icona dell’attuale stato in cui versa, ahinoi, la Chiesa cattolica … .

Spettabile Blog,
l’articolo a firma di Mario Zambrano, “Padre nostro che sei...Allah”: è la Quaresima bergamasca, pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana qualche giorno fa, ha provocato in me sofferenza, ma non sorpresa.
Ho vissuto dal 1991 al 2004 nella Diocesi di Bergamo, e come laico impegnato a livello parrocchiale ho conosciuto i gravi problemi della vita ecclesiale nella Chiesa di Bergamo, un tempo cattolicissima per antonomasia, e che purtroppo, oggi, si è persa.
A livello liturgico Bergamo era un laboratorio di strampalate “innovazioni”. Un giorno, un amico seminarista mi disse come venissero loro mostrati filmati che descrivevano come “animare” le Messe per accrescere l’attenzione dei fedeli.
Detto fatto. Nella mia parrocchia, un giovane vicario parrocchiale organizzava scenette di bambini che accompagnavano la lettura del Vangelo. Il suo successore, invece, era molto ardito nell’animare le omelie. Una domenica, dopo aver letto l’episodio delle Nozze di Cana, fece trasmettere dagli altoparlanti musica da discoteca facendo ballare i bambini nella navata centrale al ritmo di disco-music, per poi presentarsi con uno zaino sulla casula e dire: «Abbiamo finito la Coca-Cola».
Un’altra volta, in avvio di omelia, fece trasmettere dagli altoparlanti una canzone di Domenico Modugno, in un’altra occasione ancora fece guardare ai fedeli, per circa dieci minuti, una parte di film sulla Sacra Famiglia attraverso un televisore posto sul battistero davanti all’altare. Ovviamente, spesso e volentieri, durante l’omelia scendeva tra i fedeli con il microfono facendo loro domande.
In diocesi non andava tutto bene neppure dal punto di vista dottrinale. Ricordo, ad esempio, che la Dominus Jesus del cardinal Ratzinger fu apertamente contestata in quanto avrebbe messo a rischio, così si diceva, cinquant’anni di dialogo ecumenico ed interreligioso.
Dal Seminario di Bergamo uscivano sacerdoti e teologi laici freddissimi nei confronti della Madonna, considerata, in perfetto stile luterano, un disturbo, poiché, si diceva, bisognava mettere Cristo al centro - evidentemente, l’insegnamento di san Giovanni Paolo II di quegli anni che non si giunge a Gesù se non per mezzo di Maria non aveva lasciato traccia nella diocesi orobica. Chi aveva quella che essi consideravano un’eccessiva devozione mariana era malvisto: un seminarista mio amico, per pregare il Rosario, lo faceva di nascosto.
Un giorno mi fu riferito che in una cappella del Seminario Maggiore c’era un tabernacolo a forma di piramide, che sappiamo essere uno dei simboli della Massoneria.
Anni dopo - già mi ero trasferito in Croazia - mi recai in Curia vescovile di Bergamo accompagnando una delegazione ufficiale di una diocesi croata. Un sacerdote ci guidò a visitare i locali del Seminario Minore e di quello Maggiore, ed ecco, nella cappella della quarta o quinta teologia (purtroppo non ricordo con precisione quale), ci trovammo davanti il tabernacolo a forma di piramide, nero, con la figura di un serpente che avvolgeva il tabernacolo. Non so se esiste ancora quel tabernacolo. Eravamo, però, talmente sbigottiti che non avemmo la prontezza di spirito di fare una fotografia a quell’obbrobrio, e il sacerdote, imbarazzato, se la cavò lamentando che gli artisti moderni non capivano nulla di religione.
Considerate questa premesse, non sorprende che dopo il malcelato dissenso di quei tempi, oggi a Bergamo si siano trasformati in rampanti araldi del “nuovo corso” – proprio da Bergamo proviene mons. Maurizio Chiodi, nuovo membro della Pontificia Accademia della Vita, protagonista di un recente discorso nel quale poneva le basi per l’abbattimento della Humanae Vitae (v. qui e qui). La pubblicazione web ufficiale della Diocesi “Sant’Alessandro” è quindi in prima fila nel propagandare il nuovo atteggiamento “pastorale” di “accoglienza” verso i divorziati risposati (vqui) e le coppie omosessuali (vqui), con un tono durissimo nei confronti dei reprobi, che non si conformano - basti leggere questo articolo con il quale, senza mezzi termini, i quattro cardinali dei Dubia – menzionati per nome e cognome solo in un poscritto alla fine dell’articolo come segno di ulteriore disprezzo – vengono definiti “farisei”.
Non è un caso che nella Diocesi di Bergamo, vale a dire a Ghiaie di Bonate, sia apparsa la Madonna anticipando di vari decenni la gravissima crisi della famiglia e l’attacco a essa da parte del Maligno.
Né che ad esempio nella sola Valle Seriana, dove vivevo, ci sono cinque santuari che ricordano apparizioni della Madonna o miracoli. Laddove il Cielo interviene, maggiore è il bisogno.
Ritengo che dobbiamo, ora più che mai, impegnarci a pregare moltissimo per i sacerdoti e la Chiesa. Se preghiamo per i sacerdoti, preghiamo anche per le nostre anime, senza dimenticare il suffragio per le anime di sacerdoti che sono nel Purgatorio. La situazione è gravissima, non c’è più tempo da perdere.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti

Guido Villa

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