Sante Messe in rito antico in Puglia

martedì 1 gennaio 2013

La data (in)certa del Natale

di Vito Abbruzzi

« Come ogni anno, la festa tanto attesa, che riesce ancora a regalare emozioni fortissime e ad aprire i cuori della gente, si ripete.
« Ma il Natale, esattamente, che cosa è? 
« E la festa del 25 dicembre è il vero giorno della nascita di Gesù? 
« […] Il 25 dicembre, infatti, si festeggiava il Dies natalis Solis invicti, celebrazione dedicata al dio del Sole.
« Con l’avvento del Cristianesimo, questa festa pagana è stata sostituita dal NATALE CHRISTI, dedicata al vero dio del Sole e della Luce: Gesù Cristo.
« La data reale della nascita di Gesù Cristo non si conosce con certezza. Secondo gli storici la sua nascita si dovrebbe far risalire tra il 7 e il 4 a.C., ma su giorno e mese non esistono indizi ».

Immagine di Gesù Bambino venerata dalla Confraternita
della SS.ma Trinità de' Pellegrini. Taranto
Quello che abbiamo or ora letto non è il solito testo diffuso dall’annosa e noiosa propaganda antinatalizia dei pedanti testimoni di geova, bensì si tratta di un foglietto distribuito da una maestra elementare qualche giorno fa ai suoi scolari, convinta, in assoluta buona fede, della incertezza del 25 dicembre quale “vero giorno della nascita di Gesù”.
Come controbattere a una tale idiozia che, affermando che “su giorno e mese [della nascita di Gesù Cristo] non esistono indizi”, ritiene il “Natale Christi” una festa che ha sostituito quella pagana dedicata al Sol Invictus (25 dicembre)? Replicando che gli indizi esistono; eccome! Basta leggere attentamente i Vangeli, per  nulla imprecisi circa le notizie riguardanti la vita di Gesù; notizie che “se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere” (Gv 21,25).
Proprio un anno fa, di questi tempi, veniva dato alle stampe il libro di Michele Loconsole Quando è nato Gesù? (ed. San Paolo), in cui si smentisce la tesi sostenuta da non pochi studiosi del cristianesimo antico, e sostenitori dell’ipotesi cosiddetta mitologica, che la data del 25 dicembre fu scelta dalla Chiesa del secolo IV – tra alcune possibili – per “oscurare” e, nello stesso tempo, “soppiantare” la festa pagana del dio sole, o più propriamente del Sol Invictus: la ricorrenza religiosa celebrata da diversi popoli, soprattutto politeisti, in concomitanza del giorno del solstizio d’inverno. Alla luce dello studio delle fonti dell’epoca, sembra invece che sia accaduto esattamente il contrario. È infatti la festa pagana del Sole Invitto ad essere stata posta o, ancor meglio, posposta al 25 dicembre, nel tentativo di oscurare o di sovrapporsi a quella cristiana del Natale del Signore, più antica. Infatti, nell’Urbe la celebrazione della nascita di Cristo fissata al 25 dicembre è attestata già nel 204 da Ippolito Romano (170-235); mentre la festa pagana del dio sole era stata introdotta a Roma successivamente da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222 d.C.) e fissata al 19 dicembre. Solo più tardi, nel 274, l’imperatore Aureliano spostò al 25 dicembre tale ricorrenza, per arginare, limitare, se non cancellare – e non solo attraverso le indimenticabili ed efferate persecuzioni – l’ormai ingombrante comunità cristiana, così influente a Roma e nel resto dell’Impero.
Ma tornando alla attendibilità dei Vangeli, sempre il Loconsole dimostra nel suo libro la veridicità storica del 25 dicembre, quale data assai probabile della nascita del Messia, alla luce dell’annuncio dell’angelo Gabriele a Zaccaria (cf. Lc 1,5-20), che, in quanto appartenente alla classe sacerdotale di Abìa, gli toccò di officiare nel Tempio di Gerusalemme esattamente il 23 settembre. A rivelarlo, un recente studio condotto da un ricercatore israeliano. È facile, a questo punto, calcolare tutto il resto: dopo qualche giorno si ha il concepimento di Giovanni Battista la cui nascita è festeggiata il 24 giugno; sei mesi dopo il concepimento del Battista (la tradizione orientale lo fissa al 25 settembre), quello verginale di Gesù (25 marzo), la cui nascita, dopo una gravidanza regolare di nove mesi, avviene il 25 dicembre. Che la gravidanza di Maria sia stata regolare lo sappiamo dall’evangelista Luca, attestando che quando “si compirono per lei i giorni del parto, diede alla luce il suo figlio primogenito” (Lc 2,6-7). E noi sappiamo che l’evangelista Luca è in questo veridico, considerate le sue competenze mediche (cf. Col 4,14). Infatti, proprio perché medico, Luca è l’unico a riferire il preinfarto di Gesù nel Getsemani: « In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra » (Lc 22,44).
Ma quando l’evangelista Luca dice che “nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio” alla Vergine Maria, si riferisce non solo al sesto mese della gravidanza di Elisabetta, ma anche al sesto mese del calendario ebraico, che anche ai tempi di Gesù fissava l’inizio dell’anno nuovo con l’equinozio di autunno (23 settembre). E così i conti tornano alla grande, confermando ancor più l’esattezza della data del 25 dicembre.
Infine, abbiamo la profezia di Zaccaria (il papà di Giovanni Battista), che, riferendosi al venturo Messia di Israele quale “sole che sorge (oriens ex alto)” (Lc 1,78), ne indica, appunto, la nascita, che coinciderà col solstizio d’inverno. Altrimenti non avrebbero senso i tantissimi appellativi vetero e neo testamentari attribuiti al Cristo quale luce che brilla fra le tenebre (cf. Is 58,10; Gv 1,5); “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9); “sole che non tramonterà più” (Is 60,20) sugli eletti, i quali, a motivo di ciò, “non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 22,5).

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