Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 20 gennaio 2019

“Sono caduto Ebreo e mi sono alzato Cristiano”: la conversione di Alfonso Ratisbonne

Questa II Domenica dopo l’Epifania la Chiesa celebra diverse ricorrenze: il miracolo di Gesù alle Nozze di Cana, la festa dei SS. Sebastiano e Fabiano, papa, martiri, nonché la festa della c.d. Madonna del Miracolo, ovverosia l’Apparizione della B.V.M. all’ebreo Alphonse Ratisbonne, nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, a Roma, verso mezzogiorno del 20 gennaio 1842. A quell’ora si è soliti recitare la Supplica alla c.d. Madonna del Miracolo (cfr. Supplica alla Madonna del miracolo recitata il 20 gennaio, in Chiesa e postconcilio, 20.1.2019). Quest’apparizione, che, da sola, fu sufficiente a convertire l’ebreo Ratisbonne, dimostra come il Signore intenda il suo rapporto con il popolo della sua ex alleanza: come missione e non, come qualche infelice, come “dialogo” sulla comprensione di Gesù di Nazareth. La Vergine non dialogò, non aprì bocca col Ratisbonne, gli indicò con l'indice della mano destra di inginocchiarsi e gli fece vedere come d’un tratto che l’unico popolo dell’Alleanza, oggi, sia la Chiesa cattolica. La Madre di Dio, insomma, evangelizzò quell’ebreo che non conosceva il Dio cristiano, che è Triuno. Gli ebrei non è vero, quindi, che conoscono il “Dio sconosciuto”: ce lo attesta lo stesso Signore nelle parole del Vangelo di Giovanni. Il Divino Redentore, infatti, replicando ai giudei, affermò: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. […] Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. […] Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola» (Gv 8, 19.42.54-55).
Queste parole sono la migliore smentita delle affermazioni di qualche infelice e triste personaggio, che, mancando di carità (qual più grande carità è far conoscere il Signore Gesù ed il suo lieto annunzio???), ha affermato che gli ebrei “conoscano” il Padre, il “Dio sconosciuto”. Gesù stesso ha sbugiardato quest’affermazione avventata e perniciosa.
In occasione, per questo, della festa della Madonna del Miracolo, perciò, si rilancia questo contributo.

Augustinus Hipponensis






“Sono caduto Ebreo e mi sono alzato Cristiano”: la conversione di Alfonso Ratisbonne



Alfonso Ratisbonne, laureato in giurisprudenza, ebreo, fidanzato, gaudente ventisettenne, cui tutto promettevano l’amore, le promesse e le risorse di ricchi banchieri suoi parenti, l’irrisore dei dommi e delle pratiche cattoliche, il beffeggiatore della Medaglia Miracolosa, decise un giorno, per distrarsi di mettersi in viaggio e visitare alcune città dell’Occidente e dell’Oriente, escludendo Roma, che odiava, essendo la sede del Papa. A Napoli avvenne qualcosa di misterioso. Una forza irresistibile lo portò a prenotare il posto per il nuovo viaggio, anziché per Palermo, prenotò per Roma. Arrivato nella città eterna, fece visita a tanti suoi amici tra cui a Teodoro De Bussière, fervente cattolico. Questi, sapendolo miscredente, riuscì, nelle varie conversazioni a fargli prendere la medaglia e a promettere di dire la preghiera alla Madonna di S. Bernardo, a cui, però, con sorriso beffardo e sdegno disse: “vuol dire che sarà per me un’occasione, nelle mie conversazioni con gli amici, di mettere in ridicolo le vostre credenze”. Fai come vuoi, gli rispose il De Bussière, e si mise a pregare con tutta la sua famiglia per la sua conversione. Il 20 gennaio uscirono tutti e due. Si fermarono davanti alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte. Il cattolico andò in Sacrestia per segnare una Messa per un funerale, mentre l’ebreo preferì visitare il tempio, curioso di trovarvi dell’arte, ma nulla lo attrasse, nonostante i lavori del Bernini, del Borromini, del Vanvitelli, del Maini ed di altri illustri artisti ivi raccolti. Si era nel mezzodì. La Chiesa deserta dava l’immagine di un luogo abbandonato; un cane nero passò saltellante accanto a lui e disparve. D’un tratto…lascio la parola al veggente, secondo come ebbe a deporre con giuramento, durante il processo che ne seguì … “Mentre camminavo per la chiesa ed ero giunto incontro ai preparativi del funerale, all’improvviso mi senti preso da un certo turbamento, e vidi come un velo innanzi a me, mi sembrava la chiesa tutta oscura, eccettuata una cappella, quasi tutta la luce della medesima Chiesa si fosse concentrata in quella. Levai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’Altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa la SS.ma Vergine Maria simile all’atto e nella struttura all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata. A tal vista io caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; procurai, quindi, varie volte di levar gli occhi verso la SS.ma Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li feci abbassare, ciò che però non impediva l’evidenza di quell’apparizione. Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Quantunque ella non mi dicesse nulla compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica, in una parola capì tutto. Sono caduto ebreo e mi sono alzato cristiano”. In seguito il convertito fece un bellissimo cammino che lo portò al sacerdozio e a partire missionario nella sua terra di Palestina, dove morì da santo[1].


NOTE

[1] Fu battezzato (col nome di Alfonso Maria), cresimato e comunicato al Gesù il 31 gennaio 1842 dal Cardinale Patrizi-Naro e il 20 giugno dello stesso anno entrò nella Compagnia di Gesù. Sacerdote il 24 settembre 1848, nel 1852 lasciò i Gesuiti e si unì al fratello Teodoro nella congregazione dei Padri di Nostra Signora di Sion per la conversione dei Giudei. Stabilitosi a Gerusalemme fu apostolo della fede e delle opere di carità e curò anche la riscoperta dei luoghi della Passione. Morì, ottantenne, ad Ain Karem il 6 maggio 1884.

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