Sante Messe in rito antico in Puglia

sabato 16 marzo 2013

La continuità nelle celebrazioni papali

E' deplorevole che su alcuni siti si continui a mettere in cattiva luce il Santo Padre Francesco con le calunnie riguardanti il Maestro delle Cerimonie mons. Guido Marini, e i prossimi appuntamenti.

Fonti interne all'Ufficio delle Celebrazioni del Santo Padre confermano che il Cerimoniere mons. Guido Marini si occuperà dell'organizzazione della Santa Messa del 19 marzo.

E' da sottolineare infine, come segno di continuità, che il Santo Padre Francesco come primo gesto ha onorato la Salus Populi Romani nella Basilica Liberiana, e si è trattenuto in preghiera davanti alla tomba di San Pio V.




1 commento:

  1. ..sono d'accordo, niente dietrologie, ma limitiamoci a quello che ha detto Sua Eccellenza Francesco, nella sua prima dichiarazione pubblica:
    "il compito del Conclave è quello di dare un vescovo a Roma, mi hanno preso alla fine del mondo, ed eccomi qui".
    Peccato, però, che il compito del Conclave, anche secondo la vigente costituzione apostolica modernista di GPII (che ha eliminato Sommo), è quello di eleggere il Pontefice, e non il vescovo di Roma. Soggetto che poi, una volta eletto, deve accettare, altrimenti mica diventa Papa: "Accetti la tua elezione a (non più Sommo, grazie a GPII) Pontefice romano?"
    Se uno accetta (senza riserve mentali), diventa Pontefice.
    Se uno non accetta, o, il che è lo stesso, accetta ma con riserva -come S.E. Francesco-, perchè ritiene che lui è stato eletto vescovo di Roma, e non Pontefice, non lo diventa.
    Quindi, se uno accetta (senza riserve mentali) l'elezione a Pontefice, COME CONSEGUENZA, se è già vescovo, diventa all'istante vescovo di Roma, se non lo è, prima il Pontefice dev'essere ordinato vescovo, e poi diventa anche vescovo di Roma.
    Causa (eletto Pontefice con accettazione) ed effetto (diventare vescovo di Roma) non sono la stessa cosa, non si identificano, neppure quando sono occasionalmente (ma, come dimostrato, non necessariamente) contestuali.
    Dunque, S.E. Francesco è stato eletto Pontefice, ma non ha acettato: ovvero, per la precisione, ha accettato con la riserva che il Conclave, in realtà, lo aveva eletto vescovo di Roma, e quindi ha accettato quello (una conseguenza, che per altro non necessitava di accettazione), e non l'uffico di Pontefice (la causa, che invece necessitava di accettazione).
    Del resto, lo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio il fatto che ha affermato che la sua missione è quella di evangelizzare...il mondo? No, la diocesi di Roma!
    Quindi, non vedo perchè appellarlo Sua Santità (o, il che è lo stesso, Santo Padre), o Papa Francesco, quando lui ha accettato solo di essere vescovo tra i vescovi, magari come primo tra pari, visto che lui è il vescovo di Roma e la Chiesa di Roma presiede alle altre nella carità. Insomma, il modello è piuttosto aprtamente quello del vescovo di Costantinopoli, che infatti è primo in onore e presiede gli altri vescovi ortodossi riuniti in collegio, ma come vescovo tra i vescovi, primo tra pari, non come Capo gerarchico del collegio dei vescovi (ed il Pontefice invece è tale, per il diritto canonico)
    Allora, però, se S.E. Francesco vuole diventare Pontefice, non può neppure limitarsi a chiamare se stesso Pontefice domani, perchè l'accettazione è ormai viziata. Piuttosto, dovrebbe abiurare il suo errore, rientrare nella legalità, affermare pubblicamente che il Conclave elegge il Pontefice, e non il vescovo di Roma, e poi il decano dei cardinali deve rifargli la domanda: accetti l'elezione a Pontefice? Accetto!
    Nel frattempo, è solo S.E. Francesco, vescovo di Roma e, se si vuole, Patriarca d'Occidente. Ma non Papa, Pontefice, Sua Santità, Capo dei vescovi (e il punto è che, in base alla sua dichiarazione, lui proprio non vuole esserlo Capo dei vescovi, ma solo un primo tra pari).
    Non dimentichiamoci, infatti, che la Chiesa di Cristo è la Chiesa di Roma, e non di Atene, perchè il raggionamento/Logos per eccellenza non è quello filosofico, ma quello giuridico. E qui -quando si afferma una cosa diversa da quella ripetuta ossessivamente nelle norme di riferimento (elezione del Pontefice, elezione del Pontefice, elezione del Pontefice, accetti la tua elezione a Pontefice?)- siamo alla volontaria negazione del diritto canonico vigente che regola la materia (diritto che, ovviamente, non foss'altro perchè è stato due volte in Conclave, S.E. Francesco conosce perfettamente).
    Vito Plantamura

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