Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 2 ottobre 2011

Prosegue la riforma del Santo Padre in materia liturgica

Decisivo passaggio del percorso di riforma nella continuità che il Santo Padre Benedetto XVI ha tracciato sin dall’inizio del suo pontificato: col Motu Proprio “Quaerit semper”, firmato il 30 agosto 2011 e pubblicato in questi giorni, Sua Santità ha proceduto ad una importante riforma dei Dicasteri vaticani, trasferendo la competenza per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e di nullità della sacra Ordinazione dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ad un nuovo Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana. Ma ciò che rende tale provvedimento decisivo per la liturgia non è il suo oggetto specifico, bensì la sua finalità che il Papa ha voluto rendere esplicita nel preambolo:

"La Santa Sede ha sempre cercato di adeguare la propria struttura di governo alle necessità pastorali che in ogni periodo storico emergevano nella vita della Chiesa, modificando perciò l’organizzazione e la competenza dei Dicasteri della Curia Romana.
Il Concilio Vaticano II confermò, d’altronde, detto criterio ribadendo la necessità di adeguare i Dicasteri alle necessità dei tempi, delle regioni e dei riti, soprattutto per ciò che riguarda il loro numero, la denominazione, la competenza, i modi di procedere e il reciproco coordinamento (cfr. Decr. Christus Dominus, 9).
Seguendo tali principi, il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, procedette a un complessivo riordino della Curia Romana mediante la Costituzione apostolica Pastor bonus, promulgata il 28 giugno 1988 (AAS 80 [1988] 841-930), configurando le competenze dei vari Dicasteri tenuto conto del Codice di Diritto Canonico promulgato cinque anni prima e delle norme che già si prospettavano per le Chiese orientali. In seguito, con successivi provvedimenti, sia il mio Predecessore, sia io stesso, siamo intervenuti modificando la struttura e la competenza di alcuni Dicasteri per meglio rispondere alle mutate esigenze.
Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della Sacra Liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium.

Ecco, dunque, la ragion d’essere del riassetto delle competenze: l’indicazione esplicita di una riforma liturgica “a partire dalla Costituzione Sacrosantum Concilium”, quasi a voler sottolineare che molto di quanto è venuto dopo non pare conforme alla decisione dei Padri conciliari che avevano disposto uno sviluppo organico nel solco della tradizione: non si introducano innovazioni... (SC, 23).

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