Sante Messe in rito antico in Puglia

martedì 15 luglio 2014

Haydn e l’Inno vincente

Haydn e l’Inno vincente

di Vito Abbruzzi

Il Mondiale di calcio, tra mille malumori, è finalmente terminato, e con esso – si spera – le relative “tecniche di distrazioni di massa” (così come denunciato qualche giorno fa sul nostro blog). Un Mondiale che ha premiato in finale gli indefessi giocatori tedeschi contro i determinati, ma inconcludenti, giocatori argentini, dopo aver annientato quelli brasiliani, padroni di casa: annichiliti dalla superiorità teutonica.
Chi ha seguito e continua a seguire tutta la vicenda legata alla amara quanto vergognosa disfatta del Brasile, battuto per sette reti a uno dalla impavida e spregiudicata Germania, nella partita della semifinale del mondiale di calcio giocata l’otto luglio scorso, sicuramente sta trovando giustificazioni tutte degne di attenzione. Una cosa, però, non si sta dicendo, o, meglio, la si sta sottacendo: il totale timore riverenziale che i giocatori tedeschi sono stati capaci di incutere in quelli brasiliani dopo il secondo gol segnato contro di questi. E non solo nei giocatori, ma anche negli stessi tifosi verde-oro presenti nello stadio di Belo Horizonte, che, a un certo punto – dopo il quinto gol subito dalla propria Nazionale – hanno incominciato ad applaudire la Nazionale avversaria, dimostrando grande sportività.
Che la Germania da sempre incuta un certo timore riverenziale, è un fatto ormai assai risaputo; timore che è a tutti livelli: non solo calcistico. Quello calcistico è soltanto lo specchio di una superiorità che la nazione germanica è stata ed è capace di dimostrare, non solo in campo politico-finanziario, ma anche culturale: poetico e musicale. I più grandi scrittori e musicisti li vanta proprio la Germania! Il professor Mons. Luigi Gallo (1882-1973), canonico della Cattedrale di Conversano e grande esperto di musica sinfonica, era famoso per prediligere le “tre bi” (BBB): Bach, Beethoven, Brahms, delle cui esecuzioni era molto patito, commuovendosi sino alle lacrime. Ma non va affatto trascurato quello che viene onorato del titolo di “padre della sinfonia”: Franz Joseph Haydn (Rohrau, 31 marzo 1732Vienna, 31 maggio 1809) – che, o per vezzo o per convenzione, nella firma delle partiture e nelle edizioni a stampa delle sue opere usava spesso la forma italiana “Giuseppe Haydn” – autore dell’inno della Repubblica Federale Tedesca Deutschland, Deutschland über Alles (si veda questa magistrale esecuzione): orgoglio e vanto della popolazione germanica, compresa quella naturalizzatasi tale.
E, in verità, quello tedesco è, per melodia, l’inno più bello al mondo. C’è poco da discutere!
E non solo perché trattasi di “melodia assai orecchiabile” (come si legge sul sito La Puta. Geografia insolita), ma perché nella sua esecuzione musicale il brano risulta essere “maestoso e ben legato” (così come è scritto nella partitura arrangiata dal M° M. Marinai, riportato nel sito Inni nazionali): esattamente come lo sono tutti gli inni sacri composti dallo stesso Haydn, che fu per moltissimi anni maestro di cappella (Kapellmeister). Tra questi certamente il più popolare e ancor oggi cantato in tutte le chiese dell’orbe cattolico è il suo Tantum ergo (si veda l’intensa interpretazione vocale del M° Giovanni Vianini di Milano; per lo spartito si veda qui): secondo solo a quello gregoriano “Modo III”. E questo perché Joseph Haydn fu “fervente e devoto cattolico, usava vergare Laus Deo o espressioni simili alla fine dei manoscritti, e si dedicava alla preghiera quando le idee musicali stentavano a prendere forma sulla carta” (Wikipedia).
Non fa, dunque, meraviglia se poi la stessa melodia dell’inno tedesco sia stata adattata alla esecuzione del Tantum ergo (come si può ben notare in questo video postato su Youtube), perché in vero “sia lode e giubilo, acclamazione, onore, virtù e benedizione (laus et jubilatio, salus, honor, virtus quoque sit et benedictio)” alla Maestà divina.
Concludo con questo pensiero dell’insigne liturgista, l’Abate Caronti, da fissare bene nella mente… e nel cuore:

«Cos’è dunque la Liturgia cattolica? La Liturgia cattolica è la forma autentica con la quale la santa famiglia di Dio, la Chiesa cattolica, rende onore, rende omaggio, rende il suo servizio religioso al Padre che è nei Cieli, in unione a Cristo, in unione con i fratelli in Cristo. Culto esteriore e culto interiore, ma culto interiore ed esteriore armonicamente fusi, perché le lodi, i canti di lode che si levano al Signore sono l’espressione della vita intima di Dio, la Santissima Trinità. Tutta la famiglia di Dio, tutta l’universalità si trasforma in un canto, in un inno, in un’orchestra universale, in una sinfonia che canta il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo».

Così è! Così sia!

Thomas Hardy, Ritratto di Haydn, 1792

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