Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 20 maggio 2018

La Madonna e lo Spirito Santo. Un’ineffabile unità sponsale

Dieci giorni dopo la sua ammirabile Ascensione, Gesù Cristo, manda agli Apostoli lo Spirito Santo, “che procede dal Padre e dal Figlio” (e non solo dal Padre!), illuminandoli su tutte le verità della fede, ricordando loro le parole del Divin Maestro, santificandoli in grazia e rivestendoli di una forza sovrannaturale. Lo Spirito Santo è sempre presente nella Santa Chiesa, ne è l’anima, l’ispira e la dirige nella sua missione evangelizzatrice verso tutte le genti, verso i Giudei come verso i Pagani. Anche i battezzati sono fatti Tempio dello Spirito Santo: guardiamoci dall’estinguere in noi il fuoco del Paraclito coi peccati e lasciamoci guidare dalle sue divine ispirazioni.
In questa festa di Pentecoste non possiamo non considerare ed esaltare Colei, che dello Spirito Santo fu Sposa e portatrice nel senso vero del termine, Colei, cioè, che è «più venerabile dei Cherubini», che ebbe un’unione con lo Spirito Santo in un grado tale da superare ogni misura. Ecco cosa diceva di Lei san Francesco d’Assisi, in una sua preghiera alla Vergine Maria: «Santa Madre vergine, non è mai nata al mondo una tra le donne simile a te, figlia ed ancella dell’altissimo Re e Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo». Fu il Santo di Assisi a chiamare la Madre di Dio, per la prima volta, “sposa dello Spirito Santo”. A lui fecero eco poi san Luigi M. Grignion de Montfort, sant’Alfonso M. de Liguori nel sec. XVIII ed, infine, san Massimiliano Kolbe. In onore della Madonna, che ebbe un’unione tutta particolare con lo Spirito Santo, rilanciamo il seguente contributo.





















La Madonna e lo Spirito Santo. Un’ineffabile unità sponsale

di Rosario Silesio

L’Oriente cristiano chiama “pneumatofori”, portatori dello Spirito Santo, quegli uomini santissimi che avendo raggiunto la perfezione possono fare da maestri nello spirito e intercedere come mediatori presso Dio per i fedeli. Tale titolo si addice sommamente alla Vergine Immacolata...

Un matrimonio per la pace

Il peccato originale causò la perdita dell’amicizia tra Dio e gli uomini, causò la ribellione delle misere creature. La pertinacia nel peccato offende Dio, il quale è la Verità, dunque infinita giustizia: Egli non può chiudere gli occhi alle offese fatte a Lui. Per questo mandò l’angelo per avvisare gli uomini: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra» (Ap 8,13). Questo triplice “guai” – in latino vae – era visto dai medievali come l’antitesi all’Ave pronunciato dall’arcangelo Gabriele alla Madonna nel giorno dell’Annunciazione. Il nome del arcangelo Gabriele significa infatti “Dio-Forte”, perché il suo annunzio mostrò la fortezza di Dio, la fortezza della sua grazia, che devastò i cuori induriti e creò i santi sulla terra, la quale senza il suo intervento sarebbe stata destinata alla perdizione. 
A livello politico e sociale, se due regni sono in guerra, basta che si concluda un matrimonio tra due principi dei medesimi e allora tra i regni torna a regnare la concordia. Così il matrimonio tra Maria e Iddio porta la pace e la riconciliazione tra Dio e gli uomini. Ci sono due cause di questo matrimonio – insegna san Lorenzo da Brindisi –: l’amore di Dio e la divina bellezza di Maria. Una Bellezza, che si esprime nelle parole piena di grazia, che significa senza macchia di peccato, piena di ogni beneplacito divino. «Hai trovato grazia presso Dio»: ecco la risposta d’amore di Dio verso Maria. Nella Santissima Trinità lo Spirito Santo viene chiamato Amore, ed è pertanto proprio Lui lo Sposo di Maria, che si è donato completamente a Lei.

Un matrimonio fecondo

All’interno della Santissima Trinità lo Spirito Santo non ha fecondità, in quanto Esso procede dal Padre e dal Figlio e da Lui non procede nulla (1). Lo Spirito Santo non può dunque avere autorità sopra la Persona divina del Figlio, perché da esso procede. Tuttavia Gesù applicò a sé le parole del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione» (Lc 4,18). L’autorità dello Spirito Santo su Gesù si fonda dunque su qualcos’altro, cioè sul mistero dell’Incarnazione. Così come Maria, essendo la Madre di Gesù, fu l’educatrice della santissima Umanità del Verbo, ugualmente lo Spirito Santo si posò su Gesù, abitando nella sua anima umana, santificandola sempre di più e sviluppando in essa tutte le meraviglie di grazia (cf. Lc 2,52). Maria formava “l’uomo esteriore” per facilitare allo Spirito Santo la sua divina formazione interiore.
Profetizzando l’Incarnazione del Verbo il profeta Isaia disse: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo Spirito del Signore» (Is 11,1-2). San Bernardo commentando questa profezia disse: «Il fatto che lo Spirito del Signore si sia posato su di Lui, dimostra che in Lui non vi era nulla che lo contrastasse. In noi, infatti, siccome lo spirito non è affatto superiore, non si posa, dal momento che la carne lotta contro lo spirito e lo spirito contro la carne». Le stesse parole possono essere applicate all’Immacolata. Anche in Lei non si trova niente che potrebbe contrastare lo Spirito Santo, infatti dice il Dottore Mellifluo: «Colei che ignora la concupiscenza viene riempita di grazia affinché, per la venuta in Lei dello Spirito Santo, Lei che ha sdegnato qualunque rapporto con l’uomo, possa dare alla luce il Figlio dell’Altissimo». Così in Maria lo Spirito Santo trova la sua fecondità. Dice san Massimiliano: «Maria Immacolata, sempre piena di grazia e piena di Dio, in due circostanze è stata investita dallo Spirito Santo, a Nazareth nel giorno dell’Annunciazione, e nel cenacolo, il giorno di Pentecoste, quando era in preghiera con gli Apostoli, con i discepoli e con i primi cristiani. La prima volta diventa Madre di Gesù. Ma Gesù è il Redentore, Capo del Corpo Mistico e noi siamo sue membra. La seconda volta, a Pentecoste, Maria Santissima diviene Madre nostra, secondo il testamento di Gesù morente, per generarci alla grazia, riceve dallo Spirito Santo la potenza d’amore materno verso tutti gli uomini suoi figli, e comincia la sua missione nella Chiesa come Maestra degli Apostoli, esempio e guida dei cristiani, conforto e sostegno dei perseguitati e dei martiri» (2).

La Pneumatofora

In Oriente la Madonna viene chiamata Pneumatofora, portatrice dello Spirito Santo. Con questo titolo in antichità erano chiamati gli uomini santissimi. Anzitutto i monaci d’Egitto, che raggiungendo la perfezione, potevano fare da maestri nello spirito, compiere i miracoli ed invocare la clemenza di Dio sul popolo cristiano – fare cioè da mediatori, espiatori tra Dio e i fedeli –. Il titolo di Pneumatofora si applica dunque in modo sommo all’Immacolata. «Tutte le anime ricevono le grazie dallo Spirito Santo, il quale dimora nelle anime dei giusti. Se è così allora Egli dimora nell’anima dell’Immacolata in modo più perfetto. Ella è divinizzata. Il titolo di Sposa con il quale la chiamiamo è solo un’ombra lontana della realtà. Lo Spirito Santo ha formato in Lei l’Umanità di Gesù in modo miracoloso. L’anima dell’Immacolata è totalmente divinizzata. La sua relazione con la Santissima Trinità nell’ordine soprannaturale è straordinaria e le deriva dal titolo di Madre di Dio. Madre Santissima è quasi Complemento della Santissima Trinità. Se Gesù dice alle anime dei giusti: “Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23), quale differenza ci sarà tra l’inabitazione della Santissima Trinità in noi e nella Madre Santissima?» (CK 160). Per questo san Massimiliano sostiene che lo Spirito Santo si manifestò attraverso Maria. Chiama Maria «quasi-incarnazione dello Spirito Santo». Chiunque vuole sapere com’è lo Spirito Amore, la Terza Persona della Trinità, fissi lo sguardo su Maria, perché in Lei risplende in maniera perfettissima tutto il Suo agire, la Sua misericordia, dolcezza, clemenza, fortezza e santità. «Gesù Cristo ha due nature: quella divina e quella umana, unita in una sola Persona divina. L’Immacolata è così strettamente unita allo Spirito Santo, che non lo possiamo capire. Possiamo dire, in un certo senso, che lo Spirito Santo e l’Immacolata sono “due persone” e “misticamente una cosa sola” grazie alla loro stretta unione. Di conseguenza tutte le grazie che scorrono da Dio Padre attraverso il Figlio e lo Spirito Santo passano attraverso la Madre Santissima e per questo Lei è la Mediatrice» (CK 39).

La Madre della Chiesa

Se Maria Santissima rende in qualche modo fecondo lo Spirito Santo, generando nel suo grembo il Cristo, non va però dimenticato che Cristo è il Primogenito degli eletti e il Capo della Chiesa. Secondo il pensiero dei Padri, la Chiesa è stata concepita all’Annunciazione, in quanto corpo del Capo Mistico che è Cristo; poi è stata partorita sul Calvario, nelle “doglie” di dolore di Maria Santissima, resa madre del genere umano, presso la croce; infine, però, la Chiesa è divenuta veramente tale solo a Pentecoste quando su di Essa, per la mediazione dell’Immacolata, sono stati effusi gli abbondanti doni dello Spirito Santo. Ella dunque, in quanto Sposa dello Spirito Santo, non è solo a giusto titolo Madre di Cristo e quindi Madre di Dio, ma anche vera Madre della Chiesa. Proprio per questo dobbiamo celebrare come lieto evento l’introduzione nel calendario liturgico della festa di Maria Madre della Chiesa, fissata ogni anno per il lunedì successivo alla Pentecoste, per segnalare il legame strettissimo tra questa Solennità e il ruolo di Maria Santissima verso la Chiesa. Il cardinale Robert Sarah, promulgando in nome di Francesco il decreto sulla nuova memoria nel calendario liturgico, scrive: «Premurosa guida della Chiesa nascente, Maria iniziò pertanto la propria missione materna già nel cenacolo, pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo (cf. At 1,14). In questo sentire, nel corso dei secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”».

NOTE
1) Cf. San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 20 e 21.
2) Le Conferenze di san Massimiliano M. Kolbe, Casa Mariana Editrice, Frigento 2014, n. 67, (sigla CK).

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