Sante Messe in rito antico in Puglia

lunedì 24 dicembre 2018

“Chi impara a credere impara a inginocchiarsi” – letterina di Mons. Nicola Bux a Gesù Bambino

Il giornalista Aldo Maria Valli ha pubblicato nel suo blog una serie di “letterine” a Gesù Bambino di alcune personalità e persone impegnate nella difesa della fede (ad es., Ettore Gotti Tedeschi, don Alfredo M. Morselli, Giuseppe Rusconi, Marco Tosatti, Alessandro Gnocchi, vQUI).
Noi rilanciamo quella di Mons. Nicola Bux.

“Chi impara a credere impara a inginocchiarsi”

È arrivata anche la letterina di monsignor Nicola Bux. Eccola!
Di nuovo buon Natale a tutti!

***

Caro Gesù Bambino, o Gesù, tu sei il Verbo, tu sei la Sapienza, perché per tuo mezzo tuo Padre ha creato tutte le cose, perciò tu sei il Pensiero che abbraccia ogni cosa, sei cattolico. Solo tuo Padre ti conosceva e vedeva, ma nella Notte Santa ti ha rivelato come suo Figlio, cioè ti ha reso visibile al mondo perché il mondo ti vedesse e potesse essere salvato da quel peccato nel quale era caduto a causa del primo uomo.  Nessuno ti aveva mai visto, perché nessuno aveva mai visto Dio, ma tu uscendo dal seno del Padre e venendo nel mondo, proprio tu ce ne hai fatto l’esegesi. Senza di te, nulla è stato fatto, eppure il mondo non ti ha conosciuto. Sei venuto tra i tuoi fratelli ebrei ma non tutti ti hanno accolto. Anche nella Chiesa da te voluta, c’è chi non vuole nominarti per non dividere. Perciò, ispira al papa e ai vescovi di parlare al mondo della fede in te, della vita in te – la vita morale – e della vita eterna con te, non delle migrazioni, della ecologia e degli altri problemi di questa terra, su cui non hai dato loro alcuna competenza e alcun mandato. Spiega ai teologi che tutto ciò che scrivono, le loro esegesi, servono alla Chiesa se la mettono di fronte alla tua Presenza, quella che tanti cercano e vorrebbero incontrare nella bellezza della liturgia quando è rivolta a te e non all’uomo. Così, quelli che non credono, saranno colpiti e si convertiranno alla verità, che sei tu. Per questo sei nato e sei venuto nel mondo, lo hai detto al culmine della tua passione. Ora, amato Gesù, ti chiedo di aiutarci a capire che non v’è altro Nome – il tuo – nel quale possiamo essere salvati, e per questo – ha detto il tuo Apostolo – ogni ginocchio deve piegarsi in terra, così come si piega in Cielo e persino sottoterra. Ma nella Chiesa, in ossequio al pensiero di moda che si è allontanato dalla fede, c’è chi vuole imporre di non inginocchiarsi perché non saremmo schiavi. Ahi, quanti padroni – dice sant’Ambrogio – finiscono per avere coloro che rifiutano l’unico Signore! Allora ti chiedo che la Madonna e san Giuseppe, i pastori e i Magi, tutti i personaggi del presepio, particolarmente il bue e l’asino, che non solo si inginocchiarono ma si prostrarono profondamente davanti a te, ricordino a quei tuoi ministri che hanno tolto gli inginocchiatoi dalle chiese, che solo il diavolo non si inginocchia perché, come ha detto un padre del deserto, non ha le ginocchia. Chi impara a credere impara a inginocchiarsi, una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. Per questo il divieto di inginocchiarsi appare come l’essenza stessa del diabolico. O Gesù, come non inginocchiarsi davanti alla tua umiltà, giunta fino alla morte di croce? E pensare che nella liturgia celeste descritta dall’Apocalisse, l’inginocchiarsi – proskynein – ricorre 24 volte. Per questo il piegare le ginocchia alla tua presenza, di te Dio vivente, è irrinunciabile. Dunque, ti prego di far tornare l’inginocchiatoio nelle chiese, per aiutare l’uomo moderno a capire che per amore sei venuto a salvarci dal peccato, a convertirsi e ad adorarti.
Monsignor Nicola Bux

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