Sante Messe in rito antico in Puglia

venerdì 7 agosto 2015

“Oratiónem ad octo passim horas júgibus lácrimis protrahébat: sæpe in éxtasim raptus ac prophetíæ dono illústris Romæ, nocte natalítia, ad præsépe Dómini infántem Jesum accípere méruit a Deípara in ulnas suas. Corpus íntegras noctes intérdum verberatiónibus affligébat; nec umquam addúci pótuit ut vitæ asperitátem emollíret, testátus in cínere velle se mori” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTI CAJETANI, CONFESSORIS ET CLERICORUM REGULARIUM FUNDATORIS

Questo caro Santo, così dolce ed umile che chiese a Dio che il suo sepolcro, dopo la sua morte, non fosse conosciuto da nessuno († 1547), ha il merito di essere stato, prima ancora di sant’Ignazio, uno dei rappresentanti più autorevoli della riforma ecclesiastica compiuta nel XVI sec.
Roma cristiana lo venera come uno dei suoi cittadini di elezione. La basilica liberiana rievoca ancora il ricordo della sua prima messa, che celebrò nel Natale del 1516 dopo averla ritardata per quasi tre mesi dalla sua ordinazione sentendosi inadeguato, e quella, soprattutto, al Presepio del Signore, celebrata, col fervore di un Serafino, il giorno in cui meritò di accogliere tra sue braccia il Divin Bambino dalla stessa Vergine. Era il 25 dicembre 1517 (Bollandisti, De S. Caietano Thienæo Conf., Commentarius prævius, cap. II, Aula Romana Caietani moribus illustrata, munns in ea gestum; sacerdotium, Pueri Jesu amplexus, Cœlitum patrocinium matri impetratum, praeclara de sodalitio Vicentino merita, § 20, in Acta Sanctorum, Augusti, t. II, vol. 36, Die Septima, Parigi-Roma, 1867, p. 244). In effetti, stava pregando in Santa Maria Maggiore, e precisamente nella cappella del Presepio (dove si conservano, inseriti in una magnifica culla di materiali preziosi, alcuni legni della culla di Gesù) allorquando mosse, con gesto apparentemente, illogico, le braccia verso l’immagine di Maria col Figlio. Successe allora l’incredibile: la Vergine Maria posò, sulle braccia tese Santo, “Quel tenero fanciullo, carne e vestimento dell’eterno Verbo”. Questo fatto straordinario lo apprendiamo da una lettera, che lo stesso protagonista scrisse un mese dopo, alla monaca agostiniana bresciana suor Laura Mignani (1482-1525), donna di altissimi meriti, tanto che il nostro Santo ed altri sacerdoti, senza conoscerla di persona, se ne erano fatti figli spirituali. Raccontata la visione, San Gaetano la commenta così: “… Duro era il mio cuor ben lo crederete, perché certo non essendosi in quel punto liquefatto, segno è che è di diamante”. E sospirava: “Pazienza!”. La visione, sempre su testimonianza del protagonista, si ripeté nelle due feste della Circoncisione e dell’Epifania. Il santo ne fu tanto grato che si confermò e si corazzò nelle “immortal guerra contro i tre pestiferi nemici: la carne, il mondo e il demonio, da superare con l’aiuto della croce”.
La confessione del Principe degli Apostoli conserva anche il ricordo del giorno memorabile - era il 14 settembre 1524 – nel quale Gaetano da Thiene e l’ardente Gian Pietro Carafa, futuro Paolo IV, istituirono il nuovo Ordine dei Chierici Regolari, emettendo il difficile voto di affidarsi interamente alla divina Provvidenza per vivere soltanto delle elemosine che sarebbero state loro spontaneamente offerte dai fedeli.
Presso la Chiesa dei SS. Silvestro e Dorotea in Trastevere, il nostro Santo aderì, e probabilmente fondò, l’oratorio del Divino Amore, partecipando attivamente alle sue opere volte all'edificazione spirituale dei confratelli ed a un diffuso impegno assistenziale, soprattutto nei confronti di persone emarginate ed a rischio. Come altri membri dell'oratorio, perciò, lo troviamo più tardi - nel 1524-25 - fra i custodi dell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, uno degli istituti caritativi promossi a Roma, come altrove, dai confratelli del Divino Amore. Nella chiesa dei SS. Silvestro e Dorotea, ricorda l’Armellini, il nostro Santo, come più tardi fece anche il Calasanzio, gettò le fondamenta del suo ordine (cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 692).
Nel rione Campomarzio, presso Villa Medici al monte Pincio, esiste poi un casino in cui il Santo, assieme ai suoi primi discepoli, si rifugiò durante il sacco di Roma del 6 maggio 1527 sotto papa Clemente VII. Scoperto dai lanzichenecchi il Santo fu catturato, imprigionato nella Torre dell’Orologio in Vaticano e torturato perché rivelasse il luogo in cui aveva nascosto i suoi tesori. Alla fine, la soldataglia lo lasciò libero perché comprese che non aveva beni da depredare. In ricordo di quest’episodio fu posta nel 1704 una lapide sull’ingresso della cappelletta (ibidem, pp. 341-342).
Al Santo è dedicata a Roma, nel quartiere Tor di Quinto, una chiesa nei pressi della via Flaminia Nuova, San Gaetano a via Tuscania, officiata dai Teatini ed eretta nel 1962, sebbene dedicata nel 1979.
San Gaetano ebbe una parte notevole nella riforma del Breviario sotto Clemente VII.

Canonizzato nel 1671 da Clemente X, la sua festa entrò nel Messale nel 1673 come semidoppia; Innocenzo XI l’elevò al rango di rito doppio nel 1682.










Andrea Vaccaro, S. Gaetano offerto alla Vergine da sua madre, XVII sec., Museo del Prado, Madrid


Andrea Vaccaro, Il disinteresse di S. Gaetano, XVII sec., Museo del Prado, Madrid


Andrea Vaccaro, S. Gaetano dinanzi alla Sacra Famiglia, XVII sec., Museo del Prado, Madrid


Andrea Vaccaro, Morte di S. Gaetano, XVII sec., Museo del Prado, Madrid

S, Gaetano intercede per gli appestati del Regno di Napoli, con sullo sfondo il Vesuvio, XVII-XVIII sec.

Scuola austriaca, La gloria di S. Gaetano, XVIII sec.

Matteo Rosselli, I SS. Gaetano Thiene, Andrea Avellino, Francesco d’Assisi adoranti la Trinità, con la Madonna ed i SS. Giovanni Battista e Michele arcangelo, XVIII sec., Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, Firenze

Giambattista Tiepolo, S. Gaetano da Thiene, 1710-36, Museu Nacional de Belas Artes, Rio de Janeiro

Sebastiano Ricci, S. Gaetano conforta un moribondo, 1727, Pinacoteca di Brera, Milano

Giovanni Battista Piazzetta, Angelo custode tra i SS. Antonio da Padova e Gaetano Thiene, 1729 circa, San Vitale, Venezia


Ubaldo Gandolfi, Madonna con Bambino e S. Gaetano, 1775, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Cento

Gaetano Gandolfi, S. Gaetano riceve il Bambino Gesù dalle mani della Vergine, 1790-99 circa, Museo antico del Tesoro della Santa Casa, Loreto

Antonio Binachini, SS. Camillo de Lellis, Gaetano con Gesù Bambino che incorona S. Lucia, 1849, Palazzo Jacobini, Genzano


Salvatore Postiglione, Affettuosità ovvero S. Gaetano, XX sec.

Pietro Gagliardi, Visione di S. Gaetano, 1882, Chiesa parrocchiale di S. Gaetano, Hamrun, Malta




Statua della Vergine che porge a S. Gaetano (Gejtanu) il divin Bambino, Hamrun, Malta

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