sabato 18 luglio 2015

“Quod institútum, quam foret Deo accéptum et animárum salúti profícuum, sanctus Philíppus Nérius, qui Camíllo a sacris confessiónibus erat, comprobávit, dum ejus alúmnis decedéntium agóni opem feréntibus Angelos suggeréntes verba sæpius se vidísse testátus est” (Lect. V – II Noct.) - SANCTI CAMILLI DE LELLIS, CONFESSORIS, ET CLERICORUM REGULARIUM MINISTRANTIUM INFIRMIS FUNDATORIS

La gloria e l’importanza storica di san Camillo de Lellis, consiste nel formar parte di quel gruppo scelto d’uomini apostolici, dotati d’una carità sublimemente eroica, che nel XVI sec., mentre dappertutto si sentiva il bisogno e si discorreva talora in senso meno cattolico d’una generale riforma della Chiesa, essi invece la operarono nel seno della Chiesa stessa, a lei umilmente soggetti ed in nome suo.
San Camillo, dopo una vita operosamente spesa nell’assistenza degli infermi nei pubblici ospedali di San Giacomo degli Incurabili e di Santo Spirito in Sassia, morì a Roma il 14 luglio 1614. San Filippo Neri, che fu già suo confessore, aveva visto gli Angeli stessi porre sulle labbra dei religiosi istituiti da san Camillo le parole più adatte a confortare i moribondi, trattandosi questo di un pietoso ufficio assai gradito agli angeli e detestato dal demonio.
Si racconta negli Atti del Processo Romano sulla vita di san Filippo che, mentre moriva in Roma il patrizio romano Virgilio Crescenzi, padre del cardinale Crescenzi, lo assistevano i camilliani e vi si trovava anche san Filippo Neri, il quale, rivolgendosi ad uno di essi, di nome Claudio Vincenzo, gli disse: «Attendete, o Padre, di buon animo a fare questo Santo officio di Carità verso i moribondi, perché io per vostra consolazione vi dico, che ho veduto gli Angeli del Signore mettere le parole in bocca ad uno dei vostri, mentre raccomandava l’anima ad un altro moribondo, dove anch’io mi ritrovavo presente» (Sanzio Cicatelli – Pantaleone Dolera, Vita di San Camillo de Lellis, Fondatore della Religione de’ Chierici Regolari Ministri degl’Infermi, Roma, 1837, pp. 212-213).


Così papa Leone XIII proclamò san Camillo quale celeste Patrono degli agonizzanti.
Roma cristiana ha dedicato due templi al nostro Santo. Il primo è la chiesa di San Camillo al Casaletto, edificata nel 1772 ed eretta in Parrocchia nel 1781. Essa sorge nel quartiere Gianicolense, in via Portuense.
La seconda chiesa è San Camillo de Lellis agli Orti Sallustiani, sorta nel 1910 in via Sallustiana, nell’omonimo rione (cfr. Massimo Alemanno, Le chiese di Roma moderna, vol. I, Il centro e i quartieri di Roma nord, Armando editore, Roma, 2004, pp. 41-45). La sua prima pietra fu benedetta da san Pio X. Essa è officiata dai camilliani e fu elevata da Paolo VI al rango di basilica minore nel 1965, che ne fece anche titolo cardinalizio.
Esiste poi un oratorio moderno, in via Veneto, quartieri Ludovisi, nel rione Colonna, inaugurato nel 1890 (cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 304).
Il corpo del Santo riposa nell’edificio sacro, risalente al XV sec., affidata da Gregorio XV ai camilliani, i quali vi costruirono la chiesa attuale, dedicata nel 1727 a Santa Maria Maddalena (Santa Maria Maddalena prope Rotundam) (cfr. Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, p. 379). Vicino sorge il convento dello stesso Ordine religioso, nel quale si venera la stanza adoperata da san Camillo, trasformata in devotissima cappella (Mariano Armellini, op. cit., p. 318). 
La messa s’ispira tutta al concetto del sublime merito della carità cristiana, la quale raggiunge il suo apice più eroico quando, come impose il Santo alla Congregazione da lui fondata, sprezza la propria vita per venir in soccorso del fratello pericolante.

Leonardo Antonio Olivieri (attrib.), Immacolata tra i SS. Antonio da Padova e Camillo, 1750 circa, collezione privata

Ambito romano, S. Camillo de Lellis, XVIII sec., museo diocesano, Pitignano


Ambito dell'Italia centrale, S. Camillo, XIX sec., Città di Castello



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