mercoledì 6 marzo 2019

Il Mercoledì delle Ceneri

Prima dell’epoca di S. Gregorio Magno (fine del VI sec.), il digiuno di Quaresima non cominciava che all’indomani della I domenica di Quaresima, come è ancora nel caso della liturgia ambrosiana o come similarmente viene praticato nella liturgia bizantina (anche se inizia la Quaresima in anticipo poiché non si digiuna i sabati in Oriente).
Per ottenere un conteggio pieno di 40 giorni di digiuno, San Gregorio decise di aggiungere quattro giorni di digiuno prima della I domenica. Il Mercoledì delle Ceneri è diventato così, sin dal primo giorno di Quaresima, nel rito romano (gli antichi libri liturgici spesso si riferiscono ad esso come «in capite jejunii»). Tuttavia, l’antica disposizione anteriore a San Gregorio ha lasciato alcune tracce: così, nell’ufficio, restiamo sempre nell’ordine della Settuagesima, e gli inni di Quaresima cominciano il prossimo sabato ai primi vespri del I Domenica di Quaresima.
Agli albori del cristianesimo, il vescovo in quel giorno espelleva dalla chiesa i penitenti che dovevano espiare gravi colpe (principalmente omicidio, adulterio e apostasia). I penitenti pubblici assistevano agli uffici fuori dalla chiesa, dal nartece (come spesso si vede nelle chiese dell’Etiopia) e potevano entrare nella chiesa una volta completata la penitenza.
Ecco quattro incisioni di un Pontificale romano stampato a Venezia nel 1561 che rappresentano l’imposizione di Ceneri ai fedeli e l’espulsione dei penitenti pubblici:

Imposizione della cenere ai fedeli da parte del pontefice

I penitenti pubblici compaiono davanti al vescovo

Il vescovo riveste del cilicio i penitenti pubblici

Il vescovo espelle i penitenti pubblici fuori dalla chiesa

La penitenza pubblica durava, di regola, per molti anni. Una volta completata la penitenza, la riconciliazione dei penitenti pubblici era effettuata dal vescovo il Giovedì Santo.
Quando la disciplina della penitenza pubblica scomparve praticamente (prima dell’XI secolo), tuttavia, alcuni elementi furono mantenuti, compresa l’imposizione di ceneri all’inizio della Quaresima. Questo gesto liturgico segna perfettamente il desiderio di ogni cristiano di indossare le armi della penitenza e del digiuno all’inizio della Quaresima, pur ricordando la sua condizione:

Meménto, homo, quia pulvis es, et in púlverem revertéris.

Ricorda, o uomo, che sei polvere e che in polvere tornerai.

La cerimonia dell’imposizione delle ceneri, che aveva luogo una volta in modo autonomo tra l’ora Sesta e l’ora Nona, finì per essere collegata alla Messa di quel giorno, la Messa cioè che si celebra dopo l’ora Nona (la Messa è seguita dai Vespri, dopo i quali, nel rito Romano, il digiuno è rotto).
Tradizionalmente, la cenere usata viene prodotta bruciando i rami benedetti l’anno precedente. Il sacerdote impone le ceneri in una croce sulla fronte dei fedeli - ma sulla tonsura o sulla parte superiore della testa per i chierici - mentre il coro canta due inni Immutemur in habitu e Inter vestibulum, così come il responsorio Emendemus in melius.
Oggi Massa ha due caratteristiche che si trovano in tutta la Quaresima: prima del Vangelo si canta il Tratto in II tono, come ogni lunedì, mercoledì e venerdì di quaresima, antichi giorni di stazione; dopo la post-comunione, come tutti i giorni della settimana di Quaresima, il sacerdote recita un’orazione supplementare sui fedeli inchinati: questa orazione è in realtà una preghiera di benedizione molto antica; essa si faceva ugualmente all’ufficio divino e il resto dell’anno, ogni volta che il popolo era congedato. Ancora presente nella maggior parte dei riti orientali o occidentali, l’orazione super populum non è stata mantenuta nel rito romano che solo per le ferie della Quaresima.

Fonte: Schola Sainte Cécile, 6.3.2019 (traduzione nostra)

Nessun commento:

Posta un commento