venerdì 16 febbraio 2018

Un antico strumento penitenziale: la "virgula poenitentiaria"

Uno strumento penitenziale molto in auge in passato, specie durante la Quaresima, è la c.d. virgula pœnitentiaria. Con essa il penitenziere (nella Basilica di S. Pietro il Cardinale Penitenziere Maggiore) o i confessori toccavano il capo dei fedeli penitenti, cui conseguiva la concessione di particolari indulgenze. Le sue origini, verosimilmente, sono da ricercarsi nell’antica pratica romana di affrancazione dello schiavo nota come manumissio vindicta, mediante la quale il magistrato, dinanzi alla volontà del padrone di liberare lo schiavo, toccava il capo di quest’ultimo con una verga, rendendolo libero. In seguito, la verga, nell’ambito ecclesiastico, era adoperata, oltre come strumento penitenziale come detto innanzi, anche per tenere ordine e mantenere l’attenzione durante le prediche. Tale mezzo, nell’uno e nell’altro uso, era specialmente in auge nel Meridione e nelle Spagne. L’uso di questa verga durante le prediche è ancora oggi ricordato in Sardegna.
Per ogni colpo di questa canna sul capo dei penitenti, i papi Benedetto XIV (bolla Pastor bonus, 13.4.1744, § 50) e Clemente XIV concessero cento giorni di indulgenze, tanto per il penitenziere quanto per il penitente. Fu abolita il 29 aprile 1967.


Virgula pœnitentiaria della Basilica di S. Maria Maggiore, Roma

Il Cardinale Nicola Canali, Penitenziere Maggiore, adopera la virgula pœnitentiaria durante una cerimonia penitenziale della Quaresima dell'Anno Santo 1950




Sede del Cardinale Penitenziere Maggiore nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, Roma. Su questo tronetto sedeva il Cardinale Penitenziere Maggiore e da esso adoperava la virgula.

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