sabato 25 novembre 2017

“Interim Catharína edúcitur e custódia; et rota expedítur, crebris et acútis præfíxa gládiis, ut Vírginis corpus crudelíssime dilacerarétur. Quæ máchina, brevi Catharínæ oratióne, confrácta est; eóque miráculo multi Christi fidem suscepérunt. Ipse Maximínus, in impietáte et crudelitáte obstinátior, Catharínam secúri pércuti ímperat. Quæ, fórtiter dato cápite, ad duplicátum virginitátis et martyrii præmium evolávit séptimo Kaléndas Decémbris; cujus corpus ab Angelis in Sina, Arábiæ monte, mirabíliter collocátum est” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTÆ CATHARINÆ ALEXANDRINÆ VIRGINIS ET MARTYRIS

Sfortunatamente, la leggenda di santa Caterina è priva di ogni autorità: gli antichi calendari orientali ed egiziani, addirittura, non la nominano mai.
In Occidente, il culto di santa Caterina non apparve che verso l’XI sec.
La sua leggenda, per la verità, era già conosciuta da un certo tempo, fino a quando, nel 1948, si scoprì nella chiesa romana di San Lorenzo fuori le mura un affresco rappresentante la vergine di Alessandria che risaliva all’VIII-IX sec. Ma l’esistenza di un affresco di una tal epoca non rientrerebbe che nella “preistoria” di un culto. Questo culto, infatti, era nato precisamente nel IX sec. nel Sinai, dove si cominciava a venerare la tomba di santa Caterina nel monastero eretto dall’imperatore Giustiniano (527-565) nel luogo della Teofania del Roveto ardente. Due secoli più tardi, l’abbazia della Trinità al Monte di Rouen pretenderà di possedere, essa stessa, qualche reliquia della santa e la venerazione per il suo nome si diffuse in Francia. Furono, tuttavia, i Crociati che la resero così popolare che Caterina divenne una delle sante più onorate alla fine del Medioevo in Occidente.
Nel giorno ottavo della Dedicazione di san Pietro, la nostra Santa non poteva essere l’oggetto che di una mera commemorazione a San Pietro. La presenza del suo nome nel calendario del Vaticano e della sua Passio nel Passionario del Laterano testimonia del radicamento del culto di santa Caterina a Roma nel XII sec.
Solo in quest’epoca vediamo apparire la festa del 25 novembre nei sacramentari di Francia e d’Italia e nei sinassari bizantini, mentre il calendario copto, erede della tradizione alessandrina, doveva sempre ignorarla. Si è rilevata l’importanza delle Crociate nello sviluppo che prese allora il culto di santa Caterina, chiamata a divenire, dal XIII al XV sec., sempre più popolare, ma questa espansione fu prima di tutto tributaria della diffusione della sua Passione, che conobbe molteplici sviluppi (Sulla Passione di santa Caterina e sullo sviluppo del suo culto, v. J. Baudot – L. Chaussin (a cura di), Vies des Saints et des Bienheureux selon l’ordre du calendrier avec l’historique des fêtes par les RR. PP. Bénédictins de Paris, tomo 11, Paris 1954, pp. 854-872. Ma questo studio non fa menzione dell’affresco scoperto nel 1948 a san Lorenzo. Questo si trova in una cappella decorata di affreschi che rappresentano, su un muro, la Vergine Maria assisa con il Bambino Gesù, circondata da angeli alati e, su un altro muro, i santi Lorenzo, Andrea, Giovanni evangelista e santa Caterina. In ragione della loro tecnica, del loro stile e della paleografia delle iscrizioni che accompagnano ogni santo, questi affreschi non possono essere posteriori al IX sec. Se ne trova una riproduzione in R. Krautheimer, Corpus basilicarum christianarum Romae, tomo 2, Città del Vaticano 1962, p. 88) (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, pp. 315-316).
Un gran numero di chiese, di altari e d’immagini furono eretti nel Medioevo in onore di questa martire, che fu anche scelta come protettrice dei filosofi. La critica non ha ancora detto la sua ultima parola sulla personalità di santa Caterina; tuttavia, sebbene ignoriamo i dettagli della sua biografia, Dio ha voluto glorificare la sua Santa sul monte Sinai, dove i pellegrini, ancora oggi, venerano la sua tomba.
Santa Gertrude, che, fin dalla sua infanzia, ebbe una grande devozione a santa Caterina, domandò un giorno al Signore di mostrarle la gloria celeste della sua Patrona. Fu esaudita e vide la vergine d’Alessandria su un trono d’oro, circondata dai saggi che ella aveva attirato alla verità della fede e che formavano nel cielo la sua corona più brillante.
Roma medievale elevò in onore di santa Caterina μεγαλομάρτυρος κα πανσόφου almeno sei chiese. Queste sono: Santa Caterina de Cavallerottis, presso San Pietro (Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 782-783; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, pp. 235-236); Santa Caterina della Rota o de’ Sabellis (Armellini, op. cit., p. 412; Huelsen, op. cit., pp. 325-326); Santa Caterina ai Cenci (Armellini, op. cit., pp. 574-575; Huelsen, op. cit., p. 530); Santa Caterina de cryptis Agonis poi chiamata San Niccolò in Agone (Armellini, op. cit., pp. 388-389; Huelsen, op. cit., p. 389); Santa Caterina in Pallacinis o de’ Funari o della Rosa (Armellini, op. cit., p. 567. Cfr. Huelsen, op. cit., p. 331); Santa Caterina sub Tarpeio o de’ Porta Leone (Armellini, op. cit., p. 615; Huelsen, op. cit., pp. 236-237).
La messa è dal Comune, Loquebar, salvo la colletta che è propria. Festa già al rango doppio prima della riforma di san Pio V. Di III classe dal 1960.
Il Cristo è una montagna, perché Egli solo, come Dio ed uomo insieme, si eleva ad un’altezza infinita al di sopra di tutte le cose create. È una montagna affinché tutti i popoli possano vederlo ed orientarsi verso lui. È infine una montagna, perché il Signore è in circuila populi sui, come una corona di colline che cingono e proteggono Gerusalemme.


Juan Correa, S. Caterina d'Alessandria, XVII sec., Museo Nacional de Arte, Città del Messico


Guido Reni, Martirio di S. Caterina, 1607, Museo diocesano, Albenga

Guido Reni, S. Caterina, XVII sec., Hunterian Art Gallery, University of Glasgow, Glasgow

Guido Reni, Vergine in trono col Bambino tra i SS. Francesco e Caterina d'Alessandria, XVII sec., collezione privata

Francisco de Zurbarán, Matrimonio mistico di S. Caterina, 1660-62, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Ambito romano, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria alla presenza dei SS. Giuseppe, Cecilia e  Beata Angelina da Montegiove, XVIII sec., Terni

Antonio Balestra, Gloria di S. Caterina d'Alessandria, 1734, Verona

Pietro Costa, S. Caterina rompe le ruote dentate e viene condotta al luogo della decapitazione, 1795, La Spezia

Scuola lombarda, Trasporto miracoloso del corpo di S. Caterina sul Sinai, 1799, La Spezia

Ambito veneto, Martirio di S. Caterina, XIX sec., Verona

Giovan Battista Garberini, Martirio di S. Caterina, XIX sec., Vigevano

Antonio Zona, S. Caterina in trono, XIX sec., Vicenza

Henri Lehmann, Trasporto miracoloso del corpo di S. Caterina, 1839, Musée Fabre, Montpellier,

Karl von Blaas, Miracolosa traslazione del corpo di S. Caterina ad opera degli angeli sul Sinai, 1860, Harvard Art Museums/Fogg Museum, Harvard University, Harvard

Ponziano Loverini, S. Giuseppe col Bambino in trono tra i SS. Francesco di Sales e Caterina d'Alessandria, 1894, Basilica di Sant'Alessandro in Colonna, Bergamo

Ambito vicentino, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria, 1890 circa, Vicenza

Biagio Canevari, Le SS. Lucia e Caterina d'Alessandria intercedono per le anime purganti, 1890 circa, Vigevano




Luisa Roldán, detta La Roldána, Matrimonio mistico di S. Caterina d'Alessandria, 1690 circa

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