venerdì 30 dicembre 2016

Contemplando il Presepio

Rilanciamo volentieri quest’articolo del prof. De Mattei sulla contemplazione e devozione del Presepio, che pure quest’anno, in occasione del Natale, è stato più volte profanato in tutta Italia (cfr. La notte di Natale presepi profanati in tutta Italia, in Corrispondenza romana, 28.12.2016). Ma l’aspetto drammatico è che quest’anno, a differenza di altri, le profanazioni sono avvenute, in misura maggiore, e forse più eclatante, persino da uomini del clero un tempo cattolico, nei fatti, però, veri atei o agnostici, presi dalla prurigine delle novità e del dialogocismo, dimentichi che il Presepe è ben più di una mera “sceneggiata” come vorrebbero i modernisti (cfr. Paolo Deotto, Basta con gli oltraggi al presepe!, in Riscossa cristiana, 10.12.2016; A Potenza il presepe islamico: Madonna col burqa sposata con Mustafa, in Imolaoggi, 23.12.2016; Nino Materi, "Maria nel mio presepe ha il burqa perché la religione è dialogo", in Il Giornale, 28.12.2016; Don Franco: “Maria nel mio presepe ha il burqa perché la religione è dialogo”, in DirettaNews24, 28.12.2016; Potenza. Il Presepe "islamico" con la "Madonna" velata, in blog MiL, Messa in latino, 28.12.2016; Il parroco: "Ecco perchè ho messo il burqa alla Madonna", in Libero, 28.12.2016; Camillo Langone, La Madonna del presepe con il burqa, in Il Foglio, 29.12.2016; Giuliano Guzzo, Via il presepe col burqa, ma la confusione resta, in blog Giulianoguzzo, 29.12.2016. Qui le foto della profanazione del presepe in chiave islamica).
Certo, se si riducesse il Presepio a mero momento emozionale ed artistico, potrebbero anche aver ragione i nostri a cercare forme artistiche vieppiù ardite. Ma il Presepio è questo? Certamente, una carica sentimentale ce l’ha; suscita indubbiamente dei sentimenti di tenerezza e di intima interiorità, ma ciò dipende dal fatto che esso riproduce visivamente il Mistero, cioè la nascita secondo la carne del Verbo di Dio incarnato, dinanzi al quale tutti dovrebbero stupire. Questi furono i sentimenti che mossero S. Francesco d’Assisi, allorché nel Natale del 1223, a Greccio, volle rappresentare la Natività nella Grotta, realizzando il primo Presepio.
Oggi, invece, perso il collegamento con questo Mistero, si perde anche il vero significato del Presepio, giungendosi anche a realizzarsi quelle forme estreme, che abbiamo segnalato.



"Presepe" dell'anno 2015 nel chiostro di Palazzo di Città del Comune di Corato (BA)


"Presepe" dell'anno 2016 nel chiostro di Palazzo di Città del Comune di Corato (BA)

Contemplando il Presepio

di Roberto de Mattei

La devozione al Santo Presepio è una devozione per tutti i tempi, ma particolarmente per quelli difficili in cui viviamo. Con la parola Presepio non intendiamo solo, nel senso stretto del termine, la mangiatoia in cui venne deposto Gesù Bambino, che si venera a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, conosciuta per questo come S. Maria ad praesepem. Oggetto della nostra venerazione è il grande scenario della Natività di nostro Signore, come è stato rappresentato, da tanti devoti ed artisti nel corso dei secoli.
Lo scenario che contempliamo in amoroso silenzio ci presenta un evento che è, allo stesso tempo, storico ed eterno. È uno scenario storico, non mitico o fantasioso, perché rappresenta ciò che avvenne realmente, il 25 dicembre dell’anno 753, o 748, come sostengono alcuni, dalla fondazione di Roma, in un preciso luogo storico, una grotta di Betlemme, in Palestina. Rifiutiamo la distinzione modernista tra il Gesù storico e il Gesù della fede e affermiamo prima di tutto una verità storica. Su questo fondamento storico si appoggia la nostra fede, che è l’assenso razionale che prestiamo alle parole del Vangelo. A queste parole, divinamente ispirate, la Sacra Tradizione della Chiesa ha aggiunto altri elementi che concorrono ad offrirci il quadro completo di quanto avvenne a Betlemme tra il 25 dicembre e l’Epifania.
Lo scenario storico ha anche una sua esemplarità perenne. Davanti a noi non è solo la Sacra Famiglia, ma un microcosmo che dalla nuda terra della Grotta si estende al firmamento stellato. Tutta la natura inanimata rende gloria al suo Creatore con la sua sola presenza. Il bue, l’asinello e le pecore rappresentano il mondo animale che dà gloria al Signore attraverso la sua sottomissione all’uomo, re del creato. I Pastori e i Re Magi offrono l’immagine di una società gerarchicamente ordinata che converge nell’adorare Gesù.
I Cori Angelici, anch’essi gerarchicamente ordinati, adorano e riveriscono il loro Signore. Con il bagliore che irradiano e il tripudio dei loro canti, gli Angeli trasfigurano l’atmosfera. È grazie ad essi che la capanna si trasforma in una reggia, la paglia splende come oro purissimo, le pietre brillano come rari gioielli. Maria e Giuseppe al centro della scena, ci offrono il modello di un’assoluta conformità alla Volontà divina, di una perfetta adorazione del Mistero dell’Incarnazione, di un’unione mistica trasformante con l’uomo-Dio che diviene visibile. Gesù Cristo regna sulla mangiatoia, che è il suo trono di amore. Ma il mistero di amore è anche un mistero di giustizia.
Il Presepio, osserva il padre Nepveu è anche il Tribunale di Giustizia di Gesù, perché egli vi pronunzia la sentenza che un giorno sarà pronunziata contro il mondo: Vae Mundo (Mt 18, 7): guai a chi segue il mondo! Guai ai superbi, ai sensuali, agli effeminati, perché il loro è uno stato di opposizione allo stato di Gesù nel Presepio. Gesù nel Presepio è la Verità che dissipa le tenebre in cui sono immersi gli erranti; è la Via che conduce coloro che hanno perso il cammino; è la Vita che viene infusa in chi decade e muore.
Gesù sa ciò che noi non sappiamo, può ciò che noi non possiamo, ci muove a offrirgli quell’amore che vogliamo dargli, ma di cui non siamo capaci. Amiamo Gesù nel Presepio e amiamo il Presepio in Lui. Odiamo con quell’odio che significa radicale separazione dal male e totale unione al bene, tutti coloro che odiano il Presepio e vorrebbero bandirlo dalle nostre città e dalle nostre case. Combattiamo per difendere il Presepio perché combattiamo per difendere la Civiltà cristiana di cui il Presepio è modello.
Nel Presepio regna l’ordine, che è la retta disposizione delle cose, e perciò regna la pace, che è la tranquillità dell’ordine. Il Presepio si oppone al caos contemporaneo e prefigura l’ordine sacrale del Regno di Maria che la Madonna ha promesso a Fatima. Alla vigilia delle lotte che ci attendono nel 2017 il nostro cuore riposa in questi giorni nel Santo Presepio.

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