martedì 16 agosto 2016

“Profetico” è ciò che sta al definitivo e non al cambiamento – Editoriale di agosto 2016 di “Radicati nella fede”

Con qualche giorno di ritardo, rilanciamo l’editoriale di agosto di Radicati nella fede nella festa di San Rocco, confessore.

Francesco da Milano, Trittico dei SS. Rocco, Sebastiano e Nicola da Bari, 1512, Chiesa arcipretale San Tomaso Apostolo, Caneva

Moretto da Brescia, Madonna con Bambino in trono con i SS. Rocco e Sebastiano, 1528, Chiesa di Sant'Andrea, Pralboino

Paris Bordon, Madonna in trono con il Bambino e i SS. Sebastiano e Rocco, 1535-1543, Chiesa Santa Maria Assunta, Valdobbiadene 




Giuseppe Sanmartino - Biagio Giordano, statua argentea di S. Rocco, 1793, Concattedrale, Ruvo di Puglia

“PROFETICO” È CIÒ CHE STA AL DEFINITIVO E NON AL CAMBIAMENTO


Editoriale di “Radicati nella fede”
Anno IX n. 8 - Agosto 2016

Profezia è vivere il definitivo e non ciò che cambia.
Profezia è fedeltà al dogma e non ai tempi.
Ti vogliono schiacciare in una falsa alternativa tra chi vorrebbe la Chiesa del passato e chi quella del  futuro. No, noi vogliamo la Chiesa di sempre, che è quella del passato del presente e del futuro.
È opprimente questo clima instauratosi nella Chiesa cattolica, che continua a porre un falso problema, quello della alternativa tra passato e futuro, schiacciando la coscienza dei cattolici in costruiti sensi di colpa, se si attardano al passato e non si adattano ad un presente rivoluzionario, che dovrebbe preparare il futuro. Ed è su questi sensi di colpa che annullano una giusta resistenza ai continui cambiamenti, che stanno smantellando la Chiesa.
Ci dicono che non dobbiamo essere nostalgici, che la chiesa di un tempo non tornerà, che dobbiamo riprogrammarci per una chiesa del futuro; e per preparare la chiesa del futuro ci impongono di “togliere” molte delle cose che hanno fatto la solidità di generazioni di cristiani. È lo smantellamento, dolce o violento secondo le circostanze, di ciò che c’è ancora di stabile nel cattolicesimo, i dogmi - i comandamenti - la disciplina dei sacramenti - la funzione della gerarchia. Ma questo smantellamento non avviene con violenza, come nella rivoluzione protestante che eliminò verità di fede, gran parte dei sacramenti e il sacerdozio gerarchico. No, non avviene con una riforma esplicita, che si dichiarerebbe da se stessa eretica, ma avviene con la tattica della “fluidità”.
Eh sì, è proprio così, tutto viene reso fluido, non negato, per essere cambiato. È la tattica del modernismo, è il modernismo pratico, che da dentro porta alla metastasi il cancro nella chiesa.
E come ti rendono fluido il cattolicesimo, i suoi dogmi e la sua morale? Con il super dogma della Chiesa profetica.
Non se ne può proprio più! Ogni volta che fai presente che si stanno dimenticando le verità rivelate, che si sta concedendo diritto di esistenza al peccato mortale, che si sta favorendo il sacrilegio nell’amministrazione dei sacramenti, che si sta sostenendo l’indifferentismo facendo credere che tutte le religioni vadano bene; ebbene, tutte le volte che sollevi questo doloroso problema, ti viene detto che devi accettare che la chiesa si apra al futuro, che devi accettare che la chiesa sia profetica non ripetendo il passato, ma cambiando continuamente.
La stessa cosa accade quando si fa notare che questi cambiamenti, ammesso che non siano contro la Rivelazione divina (ma lo sono in evidenza, basta usare la ragione per capirlo!), non hanno nemmeno prodotto un incremento di vita cristiana, ma hanno svuotato definitivamente le chiese: anche qui ti dicono che il mutamento fa parte dell’instaurazione della chiesa del futuro, una chiesa con pochissime messe, pochissimi sacerdoti, con sacramenti generalizzati e alternativi, pronta sempre a ripensare se stessa in funzione della società che cambia. Ed ecco la chiesa del futuro, la chiesa fluida per un cristianesimo fluido.
Ma la profezia non è questa cosa qui, questa è una schifezza inventata dai nipoti dei modernisti classici, che stanno portando alla distruzione ciò che ancora resta del cattolicesimo.
La profezia invece è riferimento al fondamento che è Cristo.
Profeti si è in riferimento all’opera di Dio in Gesù Cristo: profeta è chi vive tutto in Dio; chi sa che “la realtà invece è Cristo” e, vivendo dentro il mondo, fa della sua esistenza un richiamo per gli uomini, che vivono l’ingannevole illusione di una vita fuori dalla grazia del Signore. Profeta è chi è stabilito sulla roccia della fede cattolica, della fede trasmessa una volta per tutte ai santi, e sa che il futuro dipende dall’obbedienza, in tutto, al Dio che si è rivelato in Gesù Cristo.
La profezia sta al fondamento dato, non al cambiamento. La profezia sta alla regola, non alla confusione. La profezia sta all’obbedienza a Dio e non ai tempi che cambiano. Per questo i monaci, gli uomini della regola, furono profeti per il loro tempo ed edificarono la cristianità, cercando solo Dio.
La profezia sta alla definitività che è Cristo e alla definitività della vita eterna, altro che al cambiamento!
Occorre avere una chiara consapevolezza di questo, per non essere ricattati moralmente dai modernisti pratici, che affollano ciò che resta della struttura della chiesa: la abitano da padroni per ultimarne lo smantellamento, e poco importa se ne sono coscienti o no.
La chiarezza sulla falsità dell’idea di Chiesa profetica, deve portare a considerarne tutta la portata distruttiva. Questa caratterizzazione di “profetica” coinvolge tutto e tutto distrugge, a partire dalla gerarchia, passando per il sacerdozio, giungendo ai fedeli.
In questa modernizzata mentalità cattolica non hai più il Papato della tradizione, dove il Papa custodisce il deposito della fede, ma un papato profetico, che dovrebbe guidare i cristiani di tutto il mondo verso le spiagge di una fede più liberamente abbracciante tutto e tutti.
In questa modernizzata mentalità cattolica non hai più il sacerdozio cattolico, preoccupato di insegnare la fede e di amministrare la grazia dei sacramenti, curandone la retta ricezione, ma un sacerdozio profetico impegnato in continue rivoluzioni che dovrebbero rendere più interessante il cristianesimo ai cattolici borghesi e benestanti, perennemente annoiati.
E alla fine i fedeli, o i laici come si usa oggi chiamarli, al seguito di un papato e di un sacerdozio così profetici, scompariranno dentro la palude di un mondo secolarizzato, che hanno strenuamente copiato per essere appunto profetici.
Si chiude così la parabola del post-concilio, che vide un chiesa profetica, ma che dimenticò che la profezia è stabilità e non cambiamento. Stabilità fondata sulla roccia immutabile che è Cristo.

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