martedì 25 agosto 2015

“Rebus póstea cum Saracénis compósitis, liber rex exercitúsque dimíttitur. Quinque annis in Oriénte commorátus, plúrimos Christiános a barbarórum servitúte redémit, multos étiam infidéles ad Christi fidem convértit; prætérea áliquot Christianórum urbes refécit suis súmptibus” (Lect. V – II Noct.); “Sed, cum íterum transmisísset, bellum Saracénis illatúrus, jamque castra in eórum conspéctu posuísset, pestiléntia decéssit in illa oratióne: Introíbo in domum tuam, adorábo ad templum sanctum tuum, et confitébor nómini tuo” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTI LUDOVICI (IX), REGIS GALLIÆ (FRANCIÆ), CONFESSORIS








Oggi il calendario tradizionale ci propone la memoria di san Luigi (o Ludovico) IX, re di Francia. Ecco un re sul quale il Cristo crocifisso impresse profondamente le stigmate della sua Passione. Per dimostrare che la virtù non ha sempre la sua ricompensa in questo mondo, Luigi, che la sua pietà spingeva senza tregua verso l’Oriente, alla riconquista dei luoghi santificati dal sangue della Redenzione, raccolse, al posto di palme e di allori, disfatte e cattività; così che, ricomprato dai suoi, tornò a Parigi, riportando come un trofeo simbolico delle sue campagne la corona di spine del divin Salvatore. Morì vittima dell’epidemia sotto le mura di Tunisi, che si preparava ad assediare, il 25 agosto 1270. Le notizie della vita di questo re ci sono state tramandate da Guglielmo di Nangis, nelle Gesta Ludovici IX, e da Jean de Joinville nella sua Livre des saintes paroles et des bons faiz de nostre saint roy Looÿs. Su Luigi IX, cfr. Benoît GrévinLuigi IX, Re di Francia, Santo, in Enciclopedia Federiciana, vol. II, 2005; Jacques Le GoffSaint Louis, trad. it. Aldo Serafini (a cura di), San Luigi, Torino 2007, passim.
Roma cristiana gli ha dedicato un tempio insigne non lontano dallo stadium Domitiani, denominata San Luigi dei Francesi (Cfr. M. ArmelliniLe chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 436-437), famosa per le tele del Caravaggio sul ciclo di san Matteo nella cappella Contarelli, e chiesa nazionale dei Francesi nell’Urbe.
Oggi la Chiesa, con questa memoria liturgica tradizionale, ricorda, in maniera particolare, ai fedeli il senso della dignità regale che, con la nostra incorporazione al Cristo Re e Sacerdote, abbiamo ottenuto nel sacramento del Battesimo. Se i cristiani appartengono tutti a questa dinastia sacra istituita dal Cristo, regale sacerdotium, conviene che sappiano dominarsi e tenere le loro passioni assoggettate. Si attribuisce a san Colombano una bella espressione che si riferisce a questa libertà regale che deve custodire intatta il cristiano. Questo santo abate, nel 610 d.C., ebbe un duro scontro con i sovrani-tiranni di Borgogna, in special modo la regina Brunechilde, o Brunilde, e suo nipote Teodorico II.
Questa sovrana merovingia, per la verità, ebbe ottimi rapporti con san Gregorio Magno, il quale le inviò per ricompensa alcune reliquie di san Pietro. Ella appoggiò inoltre l’azione missionaria di sant’Agostino di Canterbury. San Gregorio di Tours la definì come donna bella, intelligente, istruita e di sani principi e che, da ariana, si convertì alla fede cattolica (San Gregorio di ToursHistoria Francorum, lib. IV, cap. XXVII, in PL 71, col. 291: «Erat enim puella elegans opere, venusta aspectu, honesta moribus atque decora, prudens consilio, et blanda colloquio. ... Et quia Arianæ legi subjecta erat, per prædicationem sacerdotum, atque ipsius regis commonitionem conversa, beatam in unitate confessa Trinitatem credidit, atque chrismata est, quæ in nomine Christi catholica perseverat»). Era cognata (moglie del fratello) di san Gontranno. Ciò non le risparmiò le critiche di san Colombano, in quanto donna pure eccessivamente ambiziosa ed avida di potere, la quale, come una nuova Gezabele, a tale scopo, nonostante i suoi rapporti col Papa, cercò di tenere sotto controllo il clero disponendo a suo piacimento delle sedi vescovili. Anche il santo vescovo di Vienne, Desiderio, poi celebrato come santo, per aver rimproverato alla regina i costumi suoi e quelli di Teodorico, fu dapprima esiliato e poi ucciso.
Per mantenere il potere ed il controllo sul nipote, peraltro, Brunechilde assecondava le passioni di Teodorico, facendogli tenere a servizio, pur coniugato (con la principessa visigota Ermenberga), moltissime ancelle, che in verità erano vere e proprie concubine (Per le vicende di Brunechilde, Teodorico e san Colombano, le notizie ci sono fornite dal monaco Giona di Bobbio. Cfr. JonaeVitæ Columbani abbatis discipulorumque ejus libri duo, in B. Krusch (a cura di), Mon. Germ. Hist., Script. Rerum MerovingicarumPassiones vitæque Sanctorum Ævi Merovingici, t. IV, Hannoveræ et Lipsiæ 1902, lib. I, capp. XVIII e XX, pp. 86 ss.).
Dicevamo di san Colombano. Questi, dal porto di Nantes, mentre stava per essere imbarcato in stato di arresto e ricondotto verso l’Irlanda, scrivendo ai suoi monaci di Luxeuil (in realtà ad Attala, suo probabile successore, a cui il nostro Santo irlandese si rivolse ad personam nel corpus della stessa lettera per tornare al “voi” verso la fine), così si esprimeva: si aufers libertatem, aufers dignitatem (o si tollis libertatemtollis dignitatem), cioè se elimini la libertà, elimini la dignità (San ColombanoEpistola IVAd Discipulos et Monachos suos, § 5, in PL 80, col. 273, ora anche in Id., Le opere, con Introduzioni di Inos Biffi e Aldo Granata, Milano 2001, Lettera IV Ai suoi monaci, § 6, pp. 68-69).
Ecco il grande dono che Dio ha accordato all’umanità e che il Cristo gli ha in seguito restituito. Dobbiamo custodire gelosamente questa prerogativa della nostra dignità di figli di Dio, senza mai assoggettarci alla servitù degradante delle passioni, senza compiacere gli uomini. La libertà è ordine ed armonia; e per gioire dei frutti di questa vera libertà, bisogna dominare se stessi e mettere spontaneamente sulle spalle il giogo soave della legge del Cristo, liberandoci anche dal desiderio di piacere agli uomini. San Paolo provò a farlo, ma lui stesso scrisse: Si adhuc hominibus placerem, Christi servus non essem (Gal. 1, 10). Il Salmista ha una parola molto forte contro queste vigliacche vittime del rispetto umano: disperdet ossa eorum qui hominibus placent, quoniam Deus sprevit eos (Sal. 53, 6).
La vicenda umana del santo odierno è proprio paradigmatica di quanto si è venuto dicendo. Umanamente parlando le sue imprese militari soprattutto, la sua crociata, furono dei fallimenti. Ma, agli occhi di Dio, furono dei successi, perché il santo re mise da parte ogni ricerca di rispetto umano (a differenza di quanto fece, anni dopo, ad es., un Federico II di Svevia …), ed è, per questo, esaltato in cielo e per questo è annoverato tra i difensori della Chiesa in terra.
Non desta meraviglia, perciò, che numerosi sono coloro che rievocano con passione i nomi dei sovrani delle antiche dinastie francesi. Il nome di san Luigi IX, però, esprime ancora, per questa nazione, tutto un programma ed un ideale di fede, di purezza, di giustizia, di valore e di onore che eleva i gigli della vera Francia cattolica tanto più alto di quanto sia scesa nel fango con la fazione giacobina avversa, distruttrice della sua propria patria.




El Greco, S. Luigi, 1590 circa, Musée du Louvre, Parigi

Simon Vouet, S. Luigi in gloria, 1642-43, Musée des Beaux-Arts, Rouen

Charles Lameire, S. Luigi riceve la Comunione nella Santa Casa a Nazaret, 1896 circa, Cappella francese o del Sacramento, Basilica della Santa Casa, Loreto

Georges Rouget, S. Luigi amministra la giustizia perdonando Mauclerc, XIX sec., Musee des Beaux-Arts, Quimper

Joseph Marie Vien, S. Luigi rimette la reggenza a sua madre, la beata Bianca di Castiglia, XVIII sec.

Joseph Marie Vien, S. Luigi e Margherita di Provenza visitano S. Tibaldo (o Teobaldo) di Marly, abate di Vaux-de-Cernay, che dona loro un cesto di fiori da cui si eleva miracolosamente sul gambo un giglio ad undici ramificazioni predicendo alla regina la posteriorità del re nonostante la sterilità della sovrana, 1774, châteaux de Versailles et de Trianon, Versailles

Georges Rouget, S. Luigi amministra la giustizia sotto la quercia di Vincennes, 1824, châteaux de Versailles et de Trianon, Versailles

Gabriel-François Doyen, S. Luigi riceve il Santo Viatico dalle mani del suo confessore, 1773,, cappella della scuola militare (École Militaire), Parigi

Melchior Doze, Morte di S. Luigi, XIX sec., Cattedrale, Nimes

Morte di Luigi IX


Claudio Coello, La Vergine Maria col Bambino adorato da S. Luigi, re di Francia, 1665-68, Museo del Prado, Madrid

Gaetano Lapis, Immacolata con i SS. Luigi IX ed Elisabetta d'UngheriaXVIII sec., Chiesa S. Giacomo Apostolo in Colle Luce, Cingoli


Emile Signol, S. Luigi IX a cavallo al momento del suo imbarco, XIX sec., châteaux de Versailles et de Trianon, Versailles





Eugène Guillaume, S. Luigi IX amministra la giustizia nel parco del Castello di Vincennes, 1877, galleria Saint-Louis, Corte di Cassazione, Parigi


Guillaume 1er Coustou, S. Luigi, XVII sec., Dôme et église Saint-Louis des Invalides, Dôme et tombeau de Napoléon, Parigi





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