domenica 30 agosto 2015

“Exínde cœpit supérnis abundáre delíciis, illustrári visiónibus, colliquéscere seráphicis ardóribus. Angelo tutelári, sanctæ Catharínæ Senénsi, Vírgini Deíparæ inter assíduas apparitiónes mire familiáris, a Christo has voces audíre méruit: Rosa cordis mei, tu mihi sponsa esto” (Lect. VI – II Noct.) – SANCTÆ ROSÆ A SANCTA MARIA, VIRGINIS LIMANÆ

Questo delicato fiore della Chiesa del Perù ha avuto il raro privilegio che il suo ufficio venisse redatto da quel pio e dotto liturgista che fu il Cardinal Giovanni Bona.
La popolarità della nostra Santa, morta il 24 agosto 1617, fu tale che Roma aveva permesso, sin dalla beatificazione, la celebrazione della sua Messa votiva nel mondo intero, caso unico nella storia del culto dei santi. Fu canonizzata il 12 aprile 1671.
La festa di santa Rosa fu iscritta nel calendario ed elevata da Benedetto XIII al rito doppio nel 1727, in modo che essa ha praticamente soppresso quella dei due martiri del cimitero di Commodilla, ridotta al rango di mera commemorazione.
Come santa Caterina da Siena, Rosa era iscritta al Terz’Ordine di san Domenico; nella basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma, presso la tomba della vergine di Siena, si venera il crocifisso dinanzi al quale Rosa aveva costume di fare l’orazione.
Prima di ammettere la pia vergine peruviana alle sue nozze mistiche, Dio si compiacque farla passare attraverso la prova del fuoco. Egli la purificò con dure penitenze corporali, per mezzo anche di quelle pene mistiche che soffrì l’anima che non è ancora abituata al contatto con la divinità, la quale, al dire dell’Apostolo, è sempre ignis consumens.
La messa è dal Comune delle Vergini, come il 10 febbraio, ma la prima colletta è propria, nella quale è disegnato un bel programma di vita spirituale. Ciascuno di noi deve esprimere Gesù Cristo nella sua vita, nei suoi pensieri, nelle sue parole, togliendo alla pietà cristiana tutto quel che di aspro o di spigoloso può conferirle talora la nostra mortificazione; cosi che la devozione appia anche agli altri soave ed amabile, come appariva appunto quella del Divin Maestro e della sua sposa oggi celebrata.



Scuola di Cusco, S. Rosa col Bambino Gesù, 1680-1700, Museo de Arte de Lima, Lima

Claudio Coello, S. Rosa con il Bambino Gesù, 1683, Museo del Prado, Madrid

Bartolomé Esteban Murillo, S. Rosa da Lima, 1670, Museo Lázaro Galdiano, Madrid


Gregorio Vásquez de Arce y Ceballos, Matrimonio mistico di S. Rosa (o Caterina da Siena) alla presenza di S. Barbara, S. Giuseppe e S. Agostino, 1670,  Museo de Arte del Banco de la República, Bogotà

Scuola catalana, S. Rosa stringe il Bambino Gesù, 1788 circa, collezione privata


Nicolás Correa, Nozze mistiche di S. Rosa, 1691, Museo Nacional de Arte (MUNAL), Città del Messico

Anonimo, S. Rosa ai piedi di S. Domenico, XVII sec., Museo de Arte Religioso, Basilica Cattedrale, Lima 

Francisco Martínez, S. Rosa rifiuta la mano di un pretendente, XVII sec., Museo Universitario BUAP, Città di Puebla

Francisco Martínez, S. Rosa nel suo eremitaggio domestico, XVII sec., Museo Universitario BUAP, Città di Puebla

Francisco Martínez, S. Rosa attaccata dal demonio, XVII sec., Museo Universitario BUAP, Città di Puebla

Francisco Martínez, S. Rosa conversa con Gesù Bambino, XVII sec., Museo Universitario BUAP, Città di Puebla

Francisco Martínez, Matrimonio mistico di S. Rosa, XVII sec., Museo Universitario BUAP, Città di Puebla

Cristóbal de Villalpando, Nozze mistiche di S. Rosa, XVII sec., Cattedrale Metropolitana, Città del Messico

Juan Tinoco, Matrimonio mistico di S. Rosa, XVIII sec., Cappella Ochavo, Cattedrale, Puebla

Jose del Pozo (attrib.), S. Rosa, 1810-20 circa, Museo de Arte de Lima, Lima

Madonna del Rosario tra i SS. Domenico e Rosa, chiesa di S. Domenico, Lucera


Altare di S. Rosa, con i crani di S. Rosa e di S. Martino de Porres e le reliquie di S. Giovanni Macias, Basilica di S. Domenico, Lima



Reliquia del cranio di S. Rosa, Basilica di S. Domenico, Lima

Ricostruzione computerizzata del verosimile volto di S. Rosa sulla base dei rilievi del cranio

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