domenica 19 luglio 2015

“Nullum fuit calamitátis genus, cui patérne non occúrrerit. Fidéles sub Turcárum jugo geméntes, infántes expósitos, júvenes díscolos, vírgines periclitántes, moniáles dispérsas, mulíeres lapsas, ad trirémes damnátos, peregrínos infírmos, artífices inválidos, ipsósque mente captos, ac innúmeros mendícos subsídiis et hospítiis etiámnum superstítibus excépit ac pie fovit” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTI VINCENTII A PAULO, CONFESSORIS ET CONGREGATIONIS PRESBYTERORUM MISSIONIS ET PUELLARUM CARITATIS FUNDATORIS

In lode di questo Santo, che nei secoli a noi più vicini fu uno di quelli che più si studiarono d'esprimere in sé medesimi le virtù di Cristo, basti dire che quando la peste, la fame e la guerra desolavano la Francia, la Provvidenza sembrò quasi d'aver affidato a Vincenzo le sue veci.
Per le mani di questo povero signor Vincenzo, Monsieur Vincent, come lo chiamavano, passarono somme enormi e soccorsi d'ogni genere, che venivano distribuiti alle affamate turbe.
L'autorità di san Vincenzo era immensa ed indiscussa in tutto il regno. Egli faceva parte, dal 1643, del c.d. Consiglio reale di coscienza, chiamatovi da Anna d’Austria, vedova di Luigi XIII; cosicché le nomine ai vescovadi ed ai benefici più pingui della Chiesa di Francia, sottostavano al controllo del Santo (cfr. André Frossard, Votre très humble serviteur Vincent de Paul, Paris 1960, trad. it. di Andrea Marchesi (a cura di), Il vostro umile servitore Vincenzo de' Paoli, Roma, Città Nuova, 19954, pp. 135-136), suscitando l’ostilità del potente card. Mazzarino. E lo stesso re di Francia, Luigi XIII, qualche ora prima di morire il 14 maggio 1643, gli dirà «Ah! Monsieur Vincent, se vivessi, ordinerei che i vescovi facessero ritiro da voi per tre anni prima di prendere possesso della loro diocesi» (ibidem, p. 124).
Eppure Vincenzo, mite ed umile di cuore, con la medesima semplicità evangelica e veste esteriore povera e dimessa, con la quale si aggirava per Parigi e raccoglieva per la strada gli orfanelli abbandonati e i malati derelitti, saliva poi le scale magnifiche della reggia e prendeva parte ai consigli della Corona.
San Vincenzo de’ Paoli fondò la Congregazione dei Preti della Missione e la società delle Figlie della carità, e morì in età avanzata il 27 settembre 1660.
Roma cristiana ha dedicato due chiese al nostro santo. La prima è San Vincenzo all’Aventino, edificata nel 1893 alle falde del colle Aventino, nel rione Ripa, ed a cui è annessa la Casa Generalizia delle Suore della Carità, figlie di Santa Giovanna Antida Thouret (cfr. Massimo Alemanno, Le chiese di Roma moderna, vol. III, I Rioni Ripa e Testaccio e i quartieri del quadrante sud-est, Armando editore, Roma, 2007, pp. 29-31). La seconda è Santa Maria Immacolata e San Vincenzo de’ Paoli, costruita nel 1950, in via Tor Sapienza (ibidem, pp. 143-144).
Di san Vincenzo de’ Paoli, rileviamo soprattutto una virtù da imitare. Si narra che a questo caro Santo nulla piacesse, se non in Gesù Cristo, nel quale egli viveva e conformemente al cui spirito egli agiva. Perciò, nei casi un po' dubbi, si fermava un istante e rifletteva: in quest'occasione, cosa avrebbe fatto Gesù? e secondo come lo Spirito Santo lo illuminava interiormente, così egli operava. L’esercizio di san Vincenzo de’ Paoli era, quindi: «Se Cristo fosse al mio posto, cosa penserebbe, cosa direbbe o farebbe?»  e così pregava: « Si tu étais à ma place, que ferais-tu, Seigneur ? ».



Pietro Gagliardi, La carità di S. Vincenzo, XIX sec.

Andrés Cortés y Aguilar, La carità di S. Vincenzo, XIX sec.

Autore anonimo, S. Vincenzo de' Paoli, XVIII sec., Casa provinciale vincenziana, Madrid

Autore anonimo, S. Vincenzo con la stola, XVII sec., Mondovì

Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec., Casa Madre vincenziana, Parigi

Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec., Cappella dell'Ospizio, Moutiers-Saint-Jean

Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec.

Anonimo, S. Vincenzo col Crocifisso, XIX sec., Casa delle Figlie della Carità, Gumpendorf

Anonimo, S. Vincenzo mentre predica, XIX sec., Casa vincenziana, Bisceglie

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