mercoledì 29 aprile 2015

“Tanto fídei ardóre incénsus erat, ut pro ea mortem subíre optáret, eámque a Deo grátiam eníxe precarétur. Itaque hærétici necem, quam is paulo ante concionándo prædíxerat, illi intulérunt” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTI PETRI (VERONENSIS) MARTYRIS

Questo santo Domenicano (+ 1252), martire della fede nelle sue funzioni di inquisitore contro gli eretici manichei, fu molto onorato nel XV sec. in Italia, in cui si contava un buon numero di altari e di immagini in suo onore. L’introduzione della sua festa nel calendario della Chiesa universale risale a Sisto V; san Pio V l’aveva omessa nella nuova riforma del Breviario da lui promulgato.
La messa è quella del Comune dei Martiri nel tempo pasquale: Protexisti, come il 24 aprile, ma le collette sono proprie.
L’epistola è quella del Comune dei Martiri fuori del tempo pasquale; è stata scelta non solo perché tratta della risurrezione del Cristo, ma anche perché, descrivendo le difficoltà della vita, le persecuzioni e le pene sopportate da Paolo e da Timoteo nella diffusione della fede cristiana, traccia anche il programma di vita di ogni vero operaio evangelico. Quasi male operans. Ecco l’idea che il mondo si fa dell’apostolo di Cristo, e, sotto quest’imputazione, lo condanna a morte. Paolo osserva tuttavia che non si può incatenare la parola di Dio. Il martire è un seme di nuovi cristiani, e per un confessore della fede che è messo a morte, spuntano cento altri che continuano la sua opera.
La fede è il tesoro più prezioso non solo per ogni anima in particolare, ma anche per gli Stati e per il mondo in generale. In tempi profondamente religiosi, come il Medioevo, l’eresia era considerata come un crimine contro la fede e contro lo Stato e, dopo l’anatema della Chiesa, era punita, dal giudice laico, con le pene più gravi del codice penale. Chiunque abbia conoscenza degli orrori delle guerre religiose dovute ai discepoli di Lutero in Germania, ai Calvinisti ed agli Ugonotti in Francia, non potrà non lodare la prudente istituzione, per la Chiesa, dell’inquisizione che – salvo le deviazioni, per uno scopo politico, imposte dal governo spagnolo – doveva, nell’intenzione dei papi, proteggere l’unità religiosa e sociale della cristianità tutta intera.
È per questo che la repressione della propaganda eretica a cura dell’inquisizione era considerata veramente come un Sanctum Officium, poiché, salvaguardando il più grande bene che possiedono i popoli, cioè la fede, allontanava dagli Stati quei germi di odio, di rivoluzioni e di guerre, che così spesso nascono dalle dispute religiose.


Miguel Jiménez, S. Pietro da Verona, 1475-1500, Museo de Huesca, Huesca

Lorenzo Lotto, Madonna con Bambino, SS. Giovannino e Pietro martire, 1503, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli


Cima da Conegliano, S. Pietro martire tra i SS. Nicola di Bari e Benedetto ed angelo musicante, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano

Sebastiano Ricci, S. Pio V tra i SS. Tommaso d’Aquino e Pietro martire, 1730-33, Santa Maria del Rosario (Gesuati), Venezia

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