venerdì 27 marzo 2015

“Dolorósa et lacrimábilis es, Virgo María, stans juxta Crucem Dómini Jesu Fílii tui Redemptóris” (Grad.) - FERIA VI POST DOMINICAM PASSIONIS - SEPTEM DOLORUM B. MARIÆ VIRG.

L’ufficio odierno non designa propriamente una festa, ma un giorno commemorativo dei dolori della beata Vergine, prima dell’apertura del ciclo liturgico dei Misteri della nostra Redenzione del divin Crocifisso. Le sue prime origini non risalgono al di là del basso Medioevo, ed i Serviti contribuirono molto a diffonderla. Tuttavia, la devozione speciale ai Dolori della vergine, Corredentrice del genere umano, era da molti secoli già nell’animo del popolo cristiano.
Nel 1688, Innocenzo XI istituì una seconda commemorazione dei Dolori della Madre di Dio nel mese di settembre (come abbiamo ricordato in occasione della stessa), ma quest’ultima solennità rivela un carattere un po’ differente da quello della festa di marzo. In Quaresima, la Chiesa si associa a Maria per piangere Gesù Crocifisso, mentre la solennità di settembre, rapportata all’Esaltazione della santa Croce, è piuttosto la festa dei trionfi della Madre benedetta, che, ai piedi della Croce, in mezzo al suo crudele martirio, comprò con suo Figlio il genere umano e meritò il trionfo della sua esaltazione su tutti i cori degli Angeli e dei santi.
La composizione della messa, di rito doppio maggiore, sebbene pia, non rivela presso il suo redattore un grande genio liturgico né un’esatta conoscenza delle antiche leggi e del ritmo che governano i diversi generi di melodie ecclesiastiche. Così il salmo di Introito è divenuto, grazie ad esso, un passaggio del santo Vangelo; – canto che gli antichi riservavano al diacono, con il chiarore delle fiaccole accese ed il profumo dell’incenso - le collette, senza regole di cursus, avanzano con fatica perché ingombrate di molte parole; il graduale e la comunione provengono dalla messa votiva della santa Vergine, ma il testo ne fu in qualche modo un po’ rimaneggiato per adattarlo alla festa.
La preghiera di colletta è lontana dalla concisione simmetrica ed armoniosa delle antiche collette dei sacramentari romani. Il redattore moderno l’ha riempita di idee, tra le quali ne è una molto bella e che noi possiamo oggi ripassare piamente nel nostro spirito: tutti gli eletti sono intorno alla Croce. Essi vivono dello spirito del Crocifisso, al mezzo cioè di mortificazione cristiana senza la quale è impossibile conservare la grazia di Gesù; da cui viene che l’Apostolo chiamava i felici del suo tempo: inimicos crucis Christi.
La preghiera sulle oblazioni, riempita di pietose considerazioni, offre, dal punto di vista letterario, gli stessi errori che abbiamo notato nella prima colletta.
Il protocollo dell’anafora è quello delle feste della santa Vergine e vi si menziona, beninteso, la trafissione della sua anima.
Quanto la Chiesa è delicata nei suoi sentimenti! Prima di entrare nella grande settimana «pascale» e di celebrare, alla sera della Parasceve, l’offerta dell’Agnello immacolato, essa si stringe intorno alla Vergine, perché nessuno meglio di lei, che vi partecipò, non può iniziare alla contemplazione del Crocifisso.
Contemplazione, diciamo, e nel senso attribuito a quest’atto dai sacri Dottori, poiché non è sufficiente sapere la storia della Passione e di ricostruirne in spirito, con esattezza, tutti i dettagli. Per comprendere Gesù sofferente, bisogna viverlo, bisogna partecipare ai suoi sentimenti intimi e fare nostri i suoi dolori. Questo è quanto ha voluto, in fondo, esprimere Jacopone da Todi in questo verso lapidario: Fac, ut portem Christi mortem




Lorenzo Lotto, Cristo prende congedo, prima della Passione, da sua madre, 1521, Staatliche Museen, Berlino


Correggio, Cristo prende congedo dalla Madre, 1517-18

Piotr Stachiewicz, Cristo prende congedo dalla Madre, 1900


Guido Reni (attrib.), Mater dolorosa, XVII sec., Dulwich Picture Gallery, Londra

Ambito di Francesco Trevisani, Mater dolorosa, XVIII sec., Glasgow Museums, Glasgow



Martino Altomonte, Madre dei dolori, 1744

Jean Joseph Weerts, La Vergine ai piedi della Croce, XIX sec.



Jean Joseph Weerts, Discesa dalla croce, 1875









Gregorio Fernández, Pietà tra i due ladroni, 1616 circa, Museo Nacional de Escultura del Colegio de San Gregorio, Valladolid


Amalia Dupré, Vergine addolorata, partic., 1896, Chiesa di Sant’Emidio, Agnone

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