domenica 4 gennaio 2015

"In nómine Jesu omne genu flectátur, cæléstium, terréstrium et infernórum: et omnis lingua confiteátur, quia Dóminus Jesus Christus in glória est Dei Patris" (Philipp. 2, 10-11, Intr.) - SANCTISSIMI NOMINIS JESU




L’apostolo di una speciale devozione verso l’adorabile Nome del Salvatore, nel XV sec., fu san Bernardino da Siena, che percorse una gran parte dell’Italia, presentando alle popolazioni, su una piccola tavola, le iniziali del santo Nome di Gesù tutto circondato di raggi. Alla predicazione del Frate Minore corrisposero le più splendide conversioni, e da ogni parte, specialmente a Siena ed a Viterbo, si scolpì o incise sulle facciate delle case private come su quella del palazzo comunale l’augusto Nome del Redentore. I francescani, eredi dello spirito di Bernardino, continuarono, dopo la sua morte, e soprattutto dopo la sua canonizzazione, ad organizzare delle feste in onore del Nome di Gesù, già venerato con un ufficio liturgico speciale in numerosi luoghi d’Italia, quando, infine, Innocenzo XIII (1721-1724), il 20 dicembre 1721, estese questa festa alla Chiesa universale, elevando il suo rito al doppio di II classe. Nel frattempo, sant’Ignazio di Loyola aveva dato il Nome di Gesù all’istituto da lui fondato.
Dapprima fissata alla II Domenica dopo l’Epifania, la festa del santo Nome di Gesù fu spostata, con la riforma di san Pio X, alla Domenica fra la Circoncisione e l’Epifania.
In effetti, va ricordato che, come indicato dal Messale di san Pio V (§ 351 dell’edizione di Sodi-Triacca), se l’Ottava di santo Stefano (2 gennaio) e di san Giovanni (3 gennaio) o dei santi Innocenti (4 gennaio) cadeva la domenica, si faceva l’Ufficio dell’Ottava dei santi e non si faceva nulla della domenica. Il 5 gennaio era occupato dalla Vigilia dell’Epifania. Fino alla riforma del calendario di san Pio X, quindi, la domenica che cadeva il 2, o il 3 o il 4 o il 5 gennaio era ignorata, la Vigilia dell’Epifania era considerata come prevalente sulla domenica e ne aveva tutti i privilegi. San Pio X, con il m.p. Abhins duos annos del 23 ottobre 1913, approfittò, dunque, della sua riforma per liberare la Domenica delle Nozze di Cana, che è, in verità, connessa con il mistero dell’Epifania (tre misteri sono venerati in questa festa: l’adorazione dei Magi, il Battesimo del Signore e le Nozze di Cana) e che era eclissata dalla festa del Santo Nome dai tempi di Innocenzo XIII.
La Festa del Santo Nome, quindi, cadeva, sino agli anni ’70 del secolo scorso, la domenica compresa tra il 2 ed il 5 gennaio, o, in difetto di questa, il 2 gennaio.
Con la riforma montiniana del calendario (m.p. Mysterii Paschalis del 14 febbraio 1969), essa sarà soppressa. Papa Giovanni Paolo II la ripristinò, con la riforma del Messale romano del 2002, quale memoria facoltativa, fissandola al primo giorno libero dopo il 1° gennaio, cioè il 3 gennaio.
Molte chiese orientali, unitamente ad alcuni gruppi protestanti (ad es., i luterani e gli anglicani), celebrano la festa il 1° gennaio (alcune comunità dell’anglicanesimo la festeggiano al 7 agosto).
Questo blog, ovviamente, seguendo il calendario tradizionale, la ricorda alla domenica tra la Circoncisione e l’Epifania.
Benché la messa tradizionale riveli il suo carattere moderno – sebbene, liturgicamente, sia una ripetizione di quella del 1° gennaio – essa è ricca di pietà e piena di quella soave unzione di devozione, che distinse la famiglia francescana nel Medioevo.
Il santissimo Nome di Gesù è il divino poema che esprime quello che la sapienza e la misericordia di Dio hanno potuto inventare di più sublime e di più umile per salvare l’umanità decaduta. Questo Nome adorabile, pronunciato all’inizio dall’Angelo, poi imposto al Verbo incarnato da Maria e Giuseppe, si trova anche sulle labbra di Pilato che dettò la sentenza di morte contro il Salvatore. Gesù fu il rifiuto del mondo, ma precisamente per i meriti del suo sacrificio spontaneo, l’Eterno Padre lo ha costituito giudice dei vivi e dei morti e ha voluto che il suo Nome figurasse anche quale segno di salvezza sulle fronti dei predestinati: Habentes nomen ejus et nomen Patris ejus scriptum in frontibus.







Antoine Sallaert, Glorificazione del Nome di Gesù, XVII sec., collezione privata

Juan de las Roelas, Adorazione del nome di Gesù, 1604-05, cappella dell’Università, Siviglia

El Greco, Adorazione del nome di Gesù, 1578-80, National Gallery, Londra

El Greco, Allegoria della Lega Santa ovvero Adorazione del nome di Gesù, 1577-79, Monastero de El Escorial, Madrid

Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia, Trionfo del Nome di Gesù, 1676-79, Chiesa del Gesù, Roma


Antonio Raggi - Leonardo Retti, Ut in nomine Jesu omne genu flectatur coelestium, terrestrium et infernorum, XVII sec., Volta della Chiesa del Gesù, Roma


Tavoletta di San Bernardino con trigramma di Cristo, 1425, Basilica di San Bernardino all'Osservanza, Siena

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