sabato 18 ottobre 2014

"In omnem terram exívit sonus eórum: et in fines orbis terræ verba eórum" (Ps. 18, 5 e 2 - Grad.) - S. Luca evangelista

Questo glorioso discepolo di san Paolo, al quale un gran numero di Padri dell’antichità davano anche l’aureola del martire, ha ben diritto ad un posto d’onore nel Messale romano, poiché, durante i due anni della prima prigionia dell’Apostolo a Roma, santificò l’Urbe eterna con la sua predicazione e con la redazione del santo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. 
È senza dubbio per questa ragione che, nel cimitero di Commodilla, situato presso la basilica sepolcrale del Dottore dei Gentili, una pittura rappresenta san Luca che porta l’astuccio dei suoi strumenti di chirurgia; dal lato opposto della stessa basilica, un altro cimitero che portava il nome di Tecla ed un altro quello di Timoteo, per evocare quasi, attorno alla sua tomba, i nomi dei primi discepoli di san Paolo.

S. Luca, VI-VII sec. d.C., Catacombe di Commodilla, Roma

Collocazione dell'affresco di S. Luca nelle Catacombe di Commidilla

San Luca morì e fu sepolto a Tebe, in Beozia, nell’attuale Grecia, da dove, il 3 marzo 357, le sue ossa furono trasportate a Costantinopoli con quelle dell’apostolo Andrea. La festa di san Luca al 18 ottobre è antichissima e fu sempre mantenuta in questa data nei calendari.
Il martirologio geronimiano, in effetti, si accorda con i calendari bizantini e siriani per annunciare in questo giorno il natale di san Luca. I Copti lo celebrano l’indomani.
Un tempo, una piccola chiesa era dedicata a san Luca presso Santa Maria Maggiore, a Roma, pressappoco nel luogo dove Sisto V fece, in seguito, alzare l’obelisco, dopo averla demolita (M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 191-192; C. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, pp. 299-300). Tuttavia, siccome fin dal tempo di Sisto IV una devota associazione di pittori, l’Accademia di San Luca – tra i cui fondatori si può annoverare Melozzo da Forlì, nella sua qualità di pictor papalis –, vi aveva stabilito la sua sede, Sisto V, che non voleva lasciar perire una sì nobile istituzione, assegnò loro la chiesa di Santa Martina al Foro, che, dopo il suo restauro, prese anche il nome di san Luca, patrono di quest’associazione di artisti cristiani (Chiesa dei Santi Luca e Martina). Da questa chiesa partiva un tempo la processione della Candelora (Cfr. M. Armellini, op. cit., pp. 159-161).
A Roma un’altra chiesa è dedicata a san Luca, nel quartiere Prenestino-Labicano e fu inaugurata nella seconda metà degli anni ‘50 del XX sec.
Parecchie chiese, a Venezia per esempio, ma soprattutto a Padova ed altrove, disputano la gloria di possedere il corpo dell’evangelista Luca. Per approfondimenti relativi al corpo di Padova, esistono varie posizioni controverse: G. Zamperi, La tomba di “San Luca Evangelista”: la cassa di piombo e l’area funeraria della Basilica di Santa Giustina in Padova, L’Erma di Bretschneider, Roma 2003, il quale nega che il corpo dell'Evangelista riposi a Padova. In senso contrario e cioè che Padova ospiti la tomba di Luca, cfr. S. FalascaLuca riposa a Padova, in 30 giorni, 1998, fasc. 11; M. SpampaniÈ il corpo di San Luca, lo dicono i serpenti. Un nido di bisce nella sua bara ha permesso di datare la sepoltura a Padova, in Corriere della Sera, 17.6.2001, p. 24; L. Bianchi, San Luca testimone della fede che unisce, in 30 giorni, 2004, fasc. 2; G. Leonardi - L. Concina - G. Cremonini, L’Evangelista Luca a Padova. La tomba dell’evangelista nella Basilica di Santa Giustina, EMP, Padova 2009.
Bisogna notare anche che a Leprignano, l’attuale Capena, nella diocesi dipendente dall’abate di San Paolo, esisteva fino agli inizi del XX sec. un’antica trichora, o basilica a tre absidi, costruita nella seconda metà del ‘400, dapprima intitolata al solo San Sebastiano, fu poi condedicata a San Luca, eletto celeste patrono di questo comune ai primi del ‘700. Qui vi si conservava, in un antico reliquiario di argento, un osso del grande ed inseparabile compagno dell’Apostolo.
I titoli attribuiti a quest’ultimo da san Paolo sono rilevanti. La sua rinomanza di evangelista è diffusa in tutte le chiese; di più, egli è stato ufficialmente assegnato a Paolo come compagno di viaggio e di apostolato, a maggior gloria del Signore. È per questo che i Greci attribuiscono a san Luca il titolo di ᾿Απόστολο και Εαγγελιστο.
Paolo parla della dignità del ministero apostolico con grande entusiasmo. Coloro che vi cooperano sono chiamati da lui apostoli ecclesiarum, gloria Christi (2 Cor. 8, 23-24). Essi hanno una vocazione tutta di misericordia, poiché sono gli araldi ed il dispensatori della grazia: in hanc gratiam quæ ministratur a nobis.
Quanto a questa grazia, essa è così grande che san Paolo la chiama pure “pienezza”, perché l’evangelizzazione ha per scopo quello di donare alle anime la pienezza del Cristo e, dunque, la pienezza della salvezza.



Jacopo Chimenti detto l'Empoli, Apparizione della Vergine col Bambino tra i SS., Luca ed Ivo, 1579, Musée du Louvre, Parigi 

Guido Reni, S. Luca, 1621, Bob Jones University, Greenville


Guercino, S. Luca dipinge la Vergine, 1662-63, Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City

Theobald von Reinhold, S. Luca dipinge la Vergine, Crocker Art Museum, Sacramento


Vladimir Lukich Borovikovsky, S. Luca, 1804-09, iconostasi Cattedrale di Kazan, Hermitage, S. Pietroburgo

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